È il 4 giugno 1972 quando una corriera di linea con a bordo 25 passeggeri, l'autista e il bigliettaio, precipita in un burrone, dopo un volo di alcune centinaia di metri, alle porte di Talana.

Il giorno seguente, il 5 giugno, è L'Informatore del Lunedì de L'Unione Sarda a darne notizia: "Una corriera precipita a Talana in un burrone: 9 morti e 18 feriti".

Ma il bilancio delle vittime si aggrava nel giro di pochi giorni: l'autista della corriera, Giovanni Fresu, viene operato all'ospedale civile di Cagliari, ma a poco serve. Sarà lui la decima vittima di un "agghiacciante tragedia stradale per un guasto ai freni", almeno è una delle ipotesi insieme a un malore del conducente.

È l'urlo di Rosina Murru, un abitante del paese, a dare l'allarme. "Era in casa, affacciata al balcone. Erano le 15.45. Guardava verso i tornanti che dal bivio di Urzulei si snodano, su una strada tormentata, fino a Talana. 'Ho visto la corriera passare e poi ho sentito un botto fortissimo, come se qualcosa si fosse spezzato'", ricorda.

Due giorni dopo, uno dei sopravvissuti racconta di aver visto l'autista chiudere gli occhi prima dello schianto, la testimonianza convalida l'ipotesi del malore. Viene aperta un'inchiesta mentre il paese si stringe attorno al dolore dei familiari delle vittime.

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