18 marzo 2015: anche la Tunisia viene colpita dalla furia dello Stato islamico.

Nel mirino del terrorismo islamista, il Museo del Bardo, meta privilegiata dalle comitive di turisti provenienti da tutto il mondo in visita nella capitale Tunisi.

Saranno proprio i visitatori internazionali le principali vittime dell’attentato.

A fare irruzione nell’edificio, tre uomini armati di kalashnikov e bombe a mano, che seminano strage e prendono ostaggi.

Dopo ore di morte, paura e apprensione, le teste di cuoio danno il via a un blitz: l’edificio viene evacuato e i terroristi uccisi.

Pesantissimo il bilancio: oltre ai due killer, perdono la vita un poliziotto e 21 turisti, 4 dei quali italiani, arrivati in Tunisia a bordo di una nave da crociera: la lombarda Giuseppina Biella e i piemontesi Francesco Caldara, Orazio Conte e Antonella Sesino.

Nelle ore successive alla strage, il giornalista Toni Capuozzo ipotizza che dietro all’attentato possa esserci una rete di estremisti di cui farebbe parte anche un tunisino radicalizzato detenuto a Macomer.

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