Ad oggi l’opera antinave “Ammiraglio Camillo Candiani” di Porto Pino non sembra adatta alla fruizione dei visitatori.

"È nei nostri intenti renderlo fruibile – afferma Adriana Lobina, assessore al Turismo del Comune di Sant’Anna Arresi – ed ampliare l’offerta turistica di Porto Pino. Ciò, nella prospettiva di implementare un turismo sostenibile in armonia con l'ambiente circostante”.

Il complesso, testimone del secondo conflitto mondiale e dedicato a un protagonista della spedizione italiana in Cina del 1900, si trova in località Punta Menga, immerso in una suggestiva pineta. È articolato in diverse postazioni collegate da camminamenti scavati nella roccia. Sono presenti due polveriere e un ricovero in caverna.

Alcune strutture sono parzialmente crollate, altre, nel corso del tempo, sono diventate qualcosa di consimile a una discarica piuttosto che ad un residuato bellico degno di conservazione. I camminamenti non sono agevolmente praticabili, anche a causa della vegetazione che vi ha messo radici.

(foto Usai)
(foto Usai)
(foto Usai)

L’opera divenne operativa sotto la Regia Marina, nell’estate del 1935. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 passò sotto il controllo del XIV Gruppo d'Artiglieria da Posizione Costiera. Aveva primariamente una funzione antinave, a protezione del porto di Sant’Antioco, e secondariamente contraerea.

(foto Usai)
(foto Usai)
(foto Usai)

Dal punto di vista dell’armamento, era costituita da quattro cannoni da 120/45 mod. Armstrong 1918, da due mitragliere da 20mm Oerlikon e da un’ulteriore mitragliera da 8mm Breda 37. Era organizzata in quattro piazzole su cui era suddiviso il munizionamento. Dal punto di vista del personale, era composta da un organico di circa 100 marinai. Il comando era affidato a tre ufficiali.

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