"Massima attenzione" in vista delle gare di Coppa Davis di tennis in programma a Cagliari da venerdì 6 marzo. L'Italia, infatti, affronterà la selezione della Corea del Sud, nazione dove si registra il più alto numero di contagiati da coronavirus dopo la Cina.

"Entrambe le squadre sono monitorate dai medici - spiega Carlo Sciarra, amministratore delegato della Fit servizi - e la squadra sudcoreana è alloggiata nello stesso albergo dell'Italia, ma in un'ala separata".

Gli organizzatori spiegano inoltre che per la sfida è stato predisposto un protocollo di emergenza con la possibilità di prestare, in caso di sintomi, assistenza in un'area separata con l'eventualità di essere trasportati in ospedale con una autoambulanza speciale.

Gli azzurri sono già al lavoro. Oggi sono iniziati gli allenamenti sotto la guida di Corrado Barazzutti con Gianluca Mager, quasi sicuro singolarista, in ballottaggio con Sonego, dopo il forfait di Berrettini.

La formazione asiatica invece è ancora incompleta: a Cagliari sono arrivati infatti solo due giocatori su cinque. Due sono, infatti, in arrivo da Columbus, Stati Uniti, e un altro è bloccato a Istanbul per lo stop dei voli per l'emergenza coronavirus e conta di giungere in Sardegna martedì 3 marzo.

"Veniamo da Seoul - ha detto la team manager della squadra Dajung Hong - in Corea tutti girano con la mascherina, l'ambasciata ci ha rassicurato sul fatto che la Sardegna è zona sicura. E non stiamo usando la mascherina".

Quanto ai controlli, "a Roma - aggiunge la portavoce - nessun controllo, ci hanno misurato la temperatura solo a Cagliari".

In arrivo in Sardegna anche una quindicina di tifosi compreso lo staff della Federazione. Da ciò che si apprende alloggeranno in un albergo diverso da quello della squadra.

La sfida con la Corea del Sud è anche al centro di una lettera aperta scritta dall'associazione Sardegna Pulita, che chiede alla Regione se sia il caso o meno di ospitare la competizione, visto l'allarme. "Quale prevenzione a tutela dei sardi? - si chiede il sodalizio in una nota diffusa dal sodalizio ecologista - tutti dentro una tuta sterile?".

(Unioneonline/l.f.)
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