È iniziato il tour 2020 del tennis. E nel circuito Wta c'è un pizzico di Sardegna. Il portotorrese Antonio Zucca è nello staff tecnico della tedesca Laura Siegemund.

Com'è iniziata questa avventura professionale?

"Ci siamo conosciuti a Roma, nel 2016, quando ho fatto lo sparring agli Internazionali. Abbiamo giocato il primo giorno, si è trovata bene e da li ha voluto me per tutto il torneo. Quando ha perso ci siamo scambiati il numero, perchè ero interessato a girare. Mi aveva scritto la settimana prima del Roland Garros, perchè mi voleva li, ma si era rotta il ginocchio e la cosa è saltata. Quando ha ricominciato a giocare, nel gennaio 2017, mi ha contattato chiedendomi se ero disponibile ad andare a giocare con lei in Germania e sono andato. Lei è una bravissima ragazza, una gran lavoratrice. Ne ho viste poche come lei nel tour, che si allenano così seriamente, intensamente. L'infortunio l'ha fermata nel momento migliore della carriera, ma ha una grinta e una voglia di tornare altissima".

Ed il rapporto di lavoro, si è trasformato anche in altro...

"Si, poi è nata la relazione, anche se non vorrei parlarne, perchè è la nostra vita privata. Sono cose che possono succedere quando si sta a contatto h24, 365 giorni l'anno per lavoro, ci può stare che succedano queste cose".

Sei ancora molto giovane, avresti mai pensato di diventare coach internazionale alla tua età?

"Non me lo sarei mai aspettato. Me lo aspettavo più avanti, a fine carriera. Ma arrivare a questo livello così presto è tanta roba, ho avuto un po' di fortuna, ma c'è anche un po' di merito mio, sennò lei poteva prendere benissimo qualcun'altro".

Quali sono i programmi?

"Siamo ad Auckland, poi giocheremo Hobart e Australian Open. Molto probabilmente lei andrà in Brasile a giocare la Fed Cup. I programmi sono sempre gli stessi. Non sappiamo ancora esattamente dove, ma faremo tutti i tornei più grossi. Prenderà una settimana di riposo dopo la FedCup, perchè questo viaggio è lungo. Siamo partiti il 21 dicembre dalla Germania e tornerà a metà febbraio. Poi dovrebbe fare Budapest, che è un 250, e poi andare in America. Con le Olimpiadi e la FedCup non sappiamo esattamente a cosa andiamo incontro. Sicuramente si giocherà tanto".

Vedendo la giornata di una professionista, cosa puoi consigliare a chi vuole arrivare a quei livelli? "Vedendo i grandi campioni da vicino, li vedevo in televisione, ma non sapevo il contorno, vederli allenare e viverli fa strano. Per me, se fosse possibile tornare indietro, il consiglio sarebbe di allenarsi non più seriamente, ma meglio. Questi si allenano due ore a intensità altissime. A livello un po' più basso giochi 10' a livello altissimo come questi, poi mezz'ora quasi 'cazzeggi'. Loro mettono attenzione su tutto. Il dettaglio è la cosa più importante. Tutti sanno giocare a tennis, quindi le cose più piccole ti fanno diventare grandi".

Non ti manca giocare i tornei?

"Non mi mancano più di tanto. Mi alleno tutti i giorni con Laura. Ho giocato anche con altri giocatori. Le competizioni non mi mancano. Quando ho iniziato pensavo potessero mancarmi di più. Sono contento della scelta che ho fatto. Ho preso la decisione giusta. Da sparring sono passato a coach. L'allenatore che aveva non la poteva più seguire nei tornei, magari viene se ci si allena a Stoccarda ed è rimasto comunque nel team. Lei si è trovata bene con me. Non è una vita facile, perchè stai sempre con la valigia pronta. La gente vede in tv le partite e dicono che si fa la bella vita. Sicuramente ci sono lavori peggiori, ma stare lontano da casa e girare sempre, avere lo stress dei viaggi, dei punti, non è facile da gestire. Non si fa il tennista o il maestro per stare in vacanza tutto l'anno, sennò sarebbe stato facile arrivare. Invece in pochi arrivano".

Non c'è la possibilità quest'anno di rivederti in campo in qualche Itf in Sardegna o comunque in giro per il mondo?

"Non credo. Giocherò il campionato di serie C con Porto Torres, giocherò il campionato in Germania, ma tornei singoli internazionali di sicuro no. Prima di tutto perchè non ho il livello per giocare come prima e poi non ha senso fare uno-due tornei e poi fare tutt'altro. Magari se c'è la possibilità che sono in vacanza in Sardegna e c'è un Open posso anche farlo, ma l'anno scorso non è successo e non credo succeda quest'anno. La prorità è stare con Laura".

Come ti trovi dalla parte di chi consiglia e non da chi gioca?

"Mi piace stare dall'altra parte. Ovviamente non ho grande esperienza, perchè per me è tutto abbastanza nuovo, sto iniziando il terzo anno nel tour e tutto è ancora abbastanza nuovo. Magari un anno e mezzo fa era molto più difficile. Adesso, torneo dopo torneo, addirittura partita dopo partita, prendo esperienza e mi aiuta a vedere le cose in modo diverso, ad arrivare a determinate cose molto più velocemente di prima. Sta andando sempre meglio. Credo sia abbastanza normale. C'è bisogno di tempo soprattutto per stare a questi livelli. Magari, se facessi l'allenatore in un circolo con degli Under 14 di Terza categoria sarebbe molto più facile. A questi livelli serve parecchia esperienza, non ci arrivi dopo due anni, però mi piace stare qua, vedere i grandi campioni e prendere tutta l'esperienza possibile da questa grande occasione che sto vivendo».

Vorresti provare ad inserire nel vostro gruppo anche qualche altro/a tennista da seguire?

"È praticamente impossibile. Quasi nessun allenatore ha due giocatrici. Diventa molto difficile concentrarti su due persone. Già è difficile avere sotto controllo una persona, perchè non c'è solo il campo, ma c'è tutto il lavoro di contorno fuori dal campo e avere due giocatrici è molto difficile. Magari è possibile se sono dello stesso livello, sennò è praticamente impossibile, perchè magari puoi viaggiare con una e non l'altra. Rimango concentrato su Laura, poi più avanti si vedrà".

Obbiettivi 2020.

"L'obbiettivo è andare sempre avanti. Lei ha avuto un grave infortunio e da 27 Wta si è trovata a non poter camminare sulle sue gambe. Ha smesso per dieci mesi. Ha chiuso il 2018 115, l'anno scorso 75. L'obbiettivo è salire. Sarebbe buono entrare nelle 50. Non è facile, perchè la concorrenza è parecchia. Laura sta giocando bene, si sente bene. Le mancano le partite, perchè comunque stare dieci mesi senza giocare è parecchio, ma sta salendo sempre più in alto. Lei ci crede, è ancora giovane: l'obbiettivo è salire nel ranking, le piace giocare a tennis (perchè non è mai scontato) e la classifica salirà automaticamente".
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