Andrea Rinaldi è morto questa mattina nell'ospedale di Varese, dov'era ricoverato da venerdì scorso per un aneurisma cerebrale.

Aveva 19 anni il centrocampista, cresciuto calcisticamente nell'Atalanta e ceduto due anni fa Legnano, squadre di Serie D.

Venerdì è stato colpito da un aneurisma nella sua casa di Cermenate (Como). Un malore improvviso mentre si stava allenando individualmente. Poi la corsa dell'autoambulanza all'ospedale di Varese, tre giorni a lottare tra la vita e la morte. Alla fine non ce l'ha fatta.

La notizia sconvolge l’ambiente del vivaio nerazzurro e tocca in particolare gli ex compagni dell’annata 2000 e l’allenatore Massimo Brambilla, che lo aveva avuto sia negli Allievi (Under 17) sia poi con la Primavera.

"Una tragedia improvvisa e sconvolgente, impossibile anche solo da immaginare" ha scritto la società del Legnano sul proprio sito. Cordoglio è stato espresso anche dal suo procuratore Marco Montesarchio: "E' una notizia che non vorresti mai dover dare o ricevere anche per chi, come me, ti conosceva solo da un anno. Fu tuo padre ad organizzare l'incontro, ma bastò poco ad entrambi per capire subito che condividavamo gli stessi principi per poter iniziare a lavorare insieme. Sono stato davvero fortunato ad averti conosciuto e sono contento che le nostre strade si siano incrociate anche se per così poco tempo".

Anche l'Atalanta ha voluto ricordare il centrocampista: "Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta, profondamente colpiti, partecipano commossi al dolore dei familiari e dell'A.C. Legnano per la scomparsa di Andrea Rinaldi".

Messaggi di cordoglio stanno arrivando in queste ore da tutto il mondo del calcio.

Il giovane, sulla soglia dei vent'anni, è nato a giugno 2000 a Carate Brianza ed è cresciuto calcisticamente a Zingonia, nel vivaio atalantino.

(Unioneonline/L)
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