Lo hanno soprannominato "il Pasolini del gol", perché era amante della poesia, leggeva Alda Merini e Dino Campana.

Lo hanno paragonato anche a George Best per il talento sul rettangolo da gioco. Una volta con la maglia del Padova i tifosi lo insultavano: lui andò a battere il calcio d'angolo, si soffiò il naso sulla bandierina e fece gol calciando direttamente in porta.

E' morto a causa di un tumore Ezio Vendrame, classe 1947, talento pari allo spirito anarchico. E' arrivato sino alla serie A, dove ha indossato per tre stagioni la maglia del Lanerossi Vicenza e per poche gare quella del Napoli.

A inizio carriera Ezio Vendrame ha giocato anche nella Torres. Approdò dalla Spal a Sassari nella stagione 1968/69, quando la squadra rossoblù era in serie C, allenata da Antonio Colomban. Undici presenze e una rete, proprio alla prima di campionato, quella della bandiera nel match perso a Viareggio per 3-1. Se lo ricordano bene i tifosi rossoblù.

L'associazione di tifosi Memoria Storica Torresina ha postato questo suo ricordo: "Avrei dovuto esordire subito in prima squadra a vent'anni, ma il presidente della Spal per punizione mi spedì in Sardegna. L'anno in cui giocai con la Torres mi piaceva stare largo sulla fascia, diciamo proprio lungo la linea laterale. E non mi spostavo neppure di un metro. Soltanto dopo molte partite il mister si accorse che lo facevo perché volevo stare all'ombra".

Frenato dal carattere ribelle e dal suo anticonformismo, Vendrame non sfondò come avrebbe potuto.

Basti dire che una volta si fermò durante una gara col Padova per salutare il cantautore Piero Ciampi, suo amico, riconosciuto tra gli spalti.

Dopo essersi ritirato ha allenato in alcuni settori giovanili. Ha anche scritto diversi libri: "Se mi mandi in tribuna, godo" e "Una vita in fuorigioco" sono i più noti.
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