È l'Ibra-day in Casa Milan. L'arrivo dello svedese riaccende l'entusiasmo di una tifoseria depressa dopo lo 0-5 di Bergamo.

Bagno di folla questa mattina per vedere da vicino Zlatan Ibrahimovic.

"Sono già pronto e spero di giocare subito, non sono venuto qui per fare la mascotte", chiarisce subito il fuoriclasse ormai 38enne nella conferenza stampa di presentazione. "Non mi piace essere una figurina, incomincio da zero e devo dare risultati".

"Nel 2012 ho lasciato il Milan senza il mio ok, la situazione era quella che era, ma l'importante è essere qui adesso. Il Milan è casa mia, quando sono arrivato dal Barcellona ho sempre detto che mi aveva ridato la felicità di giocare a calcio", dichiara lo svedese, che in due stagioni con la maglia rossonera ha segnato 42 gol e vinto uno scudetto, oltre a sfornare innumerevoli assist.

"Ho scelto il Milan per l'adrenalina, non per il denaro. Ho avuto più richieste oggi a 38 anni di quando ne avevo 28". A Milano "mi ha chiamato Maldini dopo la mia ultima gara di Los Angeles, e dopo Bergamo ho ricevuto ancora più chiamate".

"Oggi sono più cattivo", afferma Ibra. "Bisogna sempre lavorare duro e saper soffrire per poter dare il massimo di se stessi, a me piace il lavoro duro".

Vuole aiutare il Milan, Zlatan, e "divertirsi" in campo: "Il Milan è sempre il Milan anche negli Usa, la storia non si cambia. La squadra non è quella di prima, ma sono successe tante cose dopo l'addio di Berlusconi. Ma io sono un calciatore, devo pensare solo a quello che succede in campo".

Sui tanti problemi in casa rossonera sorvola, per il momento: "Difficile rispondere, se non sei dentro non sai come stanno le cose. Ma si può e si deve fare di più: al Milan la pressione è altissima, tutti si aspettano grandi risultati".

Quanto agli obiettivi: "Pensiamo una partita alla volta, poi vediamo cosa succederà. La vera sfida è contro me stesso: so cosa devo fare per essere decisivo, per fare assist e gol".

Sul mister: "Pioli l'ho visto per pochi minuti, mi ha spiegato delle cose e anche io gli ho detto quel che mi serve per stare bene".

C'è anche un piccolo battibecco con un giornalista, che gli ricorda i 370 gol fatti in carriera: "In realtà ne ho fatti oltre 500 - ride - ma se non faccio gol provo a fare assist per aiutare: è il collettivo che conta, non faccio le cose da solo, altrimenti avrei fatto uno sport individuale".

Una conferenza stampa di 38 minuti, con un Ibra un po' meno showman e meno spaccone del solito. Poi il bagno di folla all'esterno di Casa Milan, dove ci sono centinaia di tifosi in delirio, nonostante il momento no della squadra rossonera.

E Zvonimir Boban mette tutti in guardia: "Siamo orgogliosi di poter riabbracciare un giocatore unico, siamo ottimisti sull'effetto trasversale che potrà avere su squadra e ambiente, ma bisogna fare risultati. Non dobbiamo dimenticare l'orrida e inaccettabile sconfitta di Bergamo. Dobbiamo sperare che cambi il corso della stagione e che Zlatan ci aiuti, ma il Milan non si deve nascondere dietro le spalle larghe di Ibrahimovic".

(Unioneonline/L)
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