Lo chiamavano O Rey e se fosse vissuto in un'altra epoca Gigi Riva sarebbe stato il più grande. Ma Pelé era della stessa generazione di Rombo di Tuono ed è stata una bella battaglia, specie nella finalissima ai mondiali di Mexico '70, vinta dal Brasile contro l'Italia dei tanti rossoblù. E dire che gli sarebbe piaciuto giocare nel Cagliari. No, non è una boutade: lo aveva dichiarato il grande campione carioca, in Sardegna, nel giugno 1968. Era arrivato con la sua squadra, il Santos, composta da autentici globetrotters del calcio mondiale. Sembra fantascienza invece basta scorrere le pagine de L'Unione Sarda per trovare tracce importanti del passaggio di Pelè. Non toccata e fuga ma quattro giorni fittissimi, prima e dopo un'amichevole allo stadio Amsicora. Il duello con Riva era però rinviato: il bomber di casa era stato convocato nella Nazionale che il giorno dopo la partenza dei brasiliani avrebbe conquistato il titolo europeo. Pelè era sbarcato a Cagliari il 5 giugno 1968: sul giornale del giorno dopo la notizia era riportata nelle pagine dello sport, un taglio basso a due colonne sotto il titolo "Pelè e il Santos oggi a Cagliari". Catenaccio: "Tra i rossoblù non potrà giocare Brugnera che non si allena da 15 giorni". Occhiello: "Arrivano nel pomeriggio i fuoriclasse brasiliani". Neppure un richiamo in prima pagina. Il 7 giugno a pagina 13, di spalla a sei colonne, si legge una lunga intervista a Pelè, accompagnata da una foto del calciatore brasiliano mentre firma autografi. Didascalia: "Pelè è senza dubbio il giocatore del Santos più popolare anche a Cagliari, ieri è stato più volte riconosciuto e attorniato dai ragazzi a caccia di autografi".

La notizia su L'Unione Sarda
La notizia su L'Unione Sarda
La notizia su L'Unione Sarda

Ma quel che sorprende è il titolo: "Mi piacerebbe giocare in rossoblù". A distanza di 51 anni chissà quanti lo ricordano. Eppure è tutto lì, nero su bianco, nell'archivio di un giornale che il 13 ottobre scorso ha compiuto 130 anni. "Cagliari non è una città sconosciuta per me - esordisce Pelè col più largo dei sorrisi - non ci sono mai stato ma il mio amico Nenè tutte le volte che ci siamo incontrati in Brasile me ne ha tanto parlato che ormai mi pare quasi di averci abitato a lungo. So tutto del suo clima e del suo pubblico sportivissimo ed entusiasta". O Rey è appena rientrato in albergo dopo un giro per la città accompagnato naturalmente dal buon Nenè che quasi non sta più nella pelle per la soddisfazione di avere incontrato i suoi vecchi amici e di avere potuto con loro parlare in brasiliano. Il più famoso giocatore del mondo però non limita le sue conoscenze di Cagliari alla sola città. Sa anche tutto o quasi della squadra: "Anche in Brasile, soprattutto dopo le tournèe degli anni scorsi, si parla del Cagliari. Del suo gioco moderno e del suo campionissimo Riva. Spero anzi che l'ala sinistra possa essere in campo domenica prossima in modo da poterlo vedere all'opera. Chissà che non ne venga fuori un interessante duello a distanza". Pelè esprime anche la sua meraviglia per l'esclusione di Riva dalla Nazionale che ha incontrato l'Unione Sovietica a Napoli: "Riva è indubbiamente uno dei gicoatori italiani più famosi in Brasile e ritengo nel mondo insieme a Rivera e Facchetti. Non avrei mai immaginato che non lo avrebbero fatto giocare proprio contro i russi alla cui mole era indispensabile opporre proprio un giocatore della forza di Riva".

L'Unione Sarda del 7 giugno 1968
L'Unione Sarda del 7 giugno 1968
L'Unione Sarda del 7 giugno 1968

A chi gli chiede se pensa di poter venire a giocare in Italia Pelè risponde: "Credo che questa sia una possibilità un po' remota. Qui da voi c'è il blocco degli stranieri e io mi sono ormai sposato ed è arrivata la piccola Kelly. Lasciare il Brasile in queste condizioni mi sembra problematico. Però non si può mai ipotecare il futuro e chissà che un giorno o l'altro non mi vediate arrivare in Italia". Quando si parla della squadra che preferirebbe O Rey non smentisce la gran diplomazia che ha acquisito viaggiando da un continente all'atro: "Tutti dicono che io potrei andare solo in uno dei grossi club del nord. Non è affatto vero. Anzi, se potessi scegliere verrei proprio in una città come Cagliari: il clima e l'ambiente mi paiono perfetti. E poi penso che una società che può tenersi stretto Riva, che acquista il portiere della Nazionale italiana, che allinea il mio grande amico Nenè non può non avere grosse ambizioni: e tra queste ambizioni potrei esserci anche io".

L'articolo non è firmato, all'epoca non si usava. Un'importante intervista al giocatore più famoso del mondo non è nemmeno siglata. Ed è un segno di come fossero diversi i tempi anche il fatto che le parole di Pelè non siano state richiamate in prima pagina.

L'Unione Sarda del 9 giugno 1968
L'Unione Sarda del 9 giugno 1968
L'Unione Sarda del 9 giugno 1968

Il giorno dopo l'apertura della pagina 9 è dedicata alla presentazione della partita. Sotto il titolo a cinque colonne, "Il favoloso Santos", si annuncia l'amichevole all'Amsicora con i più celebri giocolieri del calcio mondiale. Pelè e i fuoriclasse del football contro i rossoblù. Si legge nella didascalia: "Pelè è il calciatore più bravo e più famoso che esista: non solo perché è due volte campione del mondo ma perché effettivamente non ha uguali per lo spettacolo che sa offrire e per la maniera tutta propria con cui sa decidere da solo anche le partite più difficlili. Pelè giocherà stasera all'Amsicora col favoloso Santos contro il Cagliari. Ma sarà protagonista, spettacolo nello spettacolo, anche di un'anteprima straordinaria con i suoi compagni di squadra, veri globetrotter del football: un'esibizione di stile e di tecnica individuale fatta di stop eccezionali, palleggi, colpi di tacco, gioco di testa. Il Santos è il depositario del meglio che si conosca del gioco del calcio".

L'Unione Sarda del 10 giugno 1968
L'Unione Sarda del 10 giugno 1968
L'Unione Sarda del 10 giugno 1968

La cronaca del 10 giugno occupa la pagina più importante del giornale: la numero 3. "Nenè molto meglio di Pelè". Vince il Santos per 2 a 1 ma il giornale descrive i rossoblù all'altezza dei favolosi avversari. Nel taglio basso c'è un'intervista all'allenatore Manlio Scopigno: "Quando è venuto il suo momento Pelè ha fatto davvero il diavolo a quattro". Il gol del Cagliari porta la firma di Greatti. Questa volta gli articoli sono firmati: il pezzo principale è di Franco Brotzu, la cronaca di cronaca è di Romano Asuni, l'intervista di Ovidio Fioretti. Che storia.
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