"Sono arrivato alla conclusione che per me questa maglia è quasi magica. La potrei avvicinare al costume che trasformava Clark Kent in Superman". Cristiano Doni definì esattamente così la casacca nerazzurra negli anni d’oro all’Atalanta. La stessa che, tra il 1998 e il 2012, gli permise di entrare nella storia del club e di diventarne il marcatore più prolifico con 112 gol in 323 presenze. Niente Papu, Ilicic, Vieri o Zapata. In testa c’è lui. Una favola, fino al calcioscommesse e all’operazione Last Bet del 2011 che gli costò arresto e squalifica, nonché il passaggio dall’Paradiso all’inferno bergamasco in un batter d’occhio.

Eppure se si va a chiedere per le strade della città sono in molti a non essersi dimenticati dei suoi gol, delle sue giocate e di quell’esultanza magica con la mano sul mento e sguardo fiero verso l’alto. Oggi 46enne, Doni si divide tra imprenditoria e scouting, alla ricerca di nuovi talenti, proprio come lo era lui, nelle giovanili del Crazy Colombo, società amatoriale di Verona in cui è cresciuto prima di spiccare il volo e arrivare fino alla Nazionale. Sempre con la Dea nel cuore, prossimo avversario del Cagliari, domenica ore 12.30, allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia. Una sfida avvincente che può dire molto anche in chiave europea.

Cristiano Doni (foto Youtube)
Cristiano Doni (foto Youtube)
Cristiano Doni (foto Youtube)

Partiamo dall’attualità. Che partita si aspetta?

"Un match molto interessante dal punto di vista tecnico e tattico. L'Atalanta è sempre stata definita la regina delle provinciali, ma negli ultimi anni ha acquisito una mentalità che permette loro di giocare a viso aperto su tutti i campi. Il Cagliari, ugualmente, sta crescendo sotto questo punto di vista e andrà a Bergamo per fare la sua gara. In linea di massima vedo la banda del Gasp superiore, però c'è da stare attenti perché l'avversario è di quelli tosti".

Da tifoso atalantino, chi toglierebbe ai rossoblù?

"Difficile fare nomi. Infortunio a parte, direi Pavoletti perché per me rimane il più forte della squadra. La sua assenza ha unito il gruppo e fatto uscire valori collettivi molto importanti. Il mercato ha portato ottimi calciatori e penso che la forza del Cagliari risieda nella completezza della rosa. Joao Pedro, come altri, sta facendo molto bene e ora che ha la possibilità di stare più vicino alla porta mostra più concretezza anche in zona gol".

Chi è il pericolo numero uno per Ninja e compagni?

"Anche qui parliamo di un organico importante, ma vorrei sottolineare il lavoro di Gasperini. Il vero artefice del sogno Atalanta è lui. Avete visto la partita a Manchester? Ok il risultato non è stato felice, però i nerazzurri hanno attaccato e giocato senza timori. Questa deve essere la mentalità giusta: testa alta sempre".

Maglia celebrativa per i 100 gol di Doni con l'Atalanta (foto Instagram)
Maglia celebrativa per i 100 gol di Doni con l'Atalanta (foto Instagram)
Maglia celebrativa per i 100 gol di Doni con l'Atalanta (foto Instagram)

Pensa che i sardi abbiano le potenzialità per centrare l’Europa?

"Non sarà facile e chi è nel mondo del calcio da tanti anni lo sa. Allenatore, dirigenza e calciatori sognano in grande, ma pensano partita dopo partita perché è davvero troppo presto per tirare le somme e tirare certe conclusioni. Il progetto del Cagliari è sicuramente ambizioso e non si scopre oggi. Si può dire che a grandi passi si sta avvicinando all'Atalanta".

Ha qualche aneddoto da raccontare sulle sfide con gli isolani?

"Ricordo sfide agguerrite e mai banali. Daniele Conti è un avversario che ho tenuto molto in considerazione perché in campo era delizioso dal punto di vista tecnico, ma si faceva rispettare anche caratterialmente. Proprio come me. La Sardegna è una terra splendida con grandi valori e attaccamento alla squadra".

L'esultanza di Cristiano Doni (foto Instagram)
L'esultanza di Cristiano Doni (foto Instagram)
L'esultanza di Cristiano Doni (foto Instagram)

Ha giocato anche con Langella...

"Sì, spesso ci scambiamo dei messaggi. Oltre ad essere molto forte sul rettangolo verde è sempre stato uno allegro e un po' matto. Nel senso buono: nello spogliatoio ci vuole anche quello".

C’è un qualcosa che vorrebbe dire ai tifosi atalantini?

"Chi ama l'Atalanta per davvero si ricorda quello che ho fatto per il club. Il tempo ha rimesso a posto tante cose e oggi, quando giro per le strade di Bergamo, ricevo tanto affetto. Rimango il primo tifoso nerazzurro e seguo sempre la squadra con grande attenzione".

Filippo Migheli

(Unioneonline)

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