Annata da dimenticare per le italiane in Europa.

Dopo l'eliminazione del Napoli di Ancelotti per mano dell'Arsenal, non ci sono più rappresentanti del nostro Paese nelle fasi finali di Europa League e Champions League.

Un tonfo palese che ha messo in evidenza i limiti della Serie A, non tanto nei singoli interpreti, quanto nel gioco espresso. Dal Barcellona di Guardiola in poi il calcio è cambiato, più offensivo e volto al palleggio, ma nessuna delle nostre ha saputo seguire il trend.

Sarri (lo scorso anno) e Di Francesco ci hanno provato con scarsi risultati, Allegri si è affidato alla "vecchia maniera", Inzaghi non aveva le carte giuste per proseguire: rosa troppo corta. E allora che fare? Difficile dirlo ora, anche perché la Juventus sembrava la favorita numero uno per la conquista della coppa dalle grandi orecchie, soprattutto dopo l'acquisto del cinque volte Pallone d'Oro, Cristiano Ronaldo. L'Ajax ha dimostrato che per vincere ci vuole ritmo, forza fisica, e zero paura di giocarsi le partite a viso aperto. Stesso discorso per il Liverpool o il Tottenham che ha affrontato il City senza alcun timore reverenziale.

Riusciranno a far fuori anche Lionel Messi in versione extraterrestre? Tanto il calcio italiano riflette. Il prossimo anno i bianconeri tenteranno nuovamente l'assalto al tetto d'Europa, il Napoli si rinforzerà (Ancelotti, giusto ieri, si è accorto che i buoni propositi non bastano. Servono campioni) e poi una tra Inter, Milan, Roma, Lazio e Atalanta proverà a chiudere il poker. Ma siamo veramente all'altezza? Se lo chiedono in molti con la Nazionale di Roberto Mancini unica a dare piccole soddisfazioni.

Certo è attesa da sfide e competizioni ben più impegnative, ma la base c'è. E chissà che la rinascita non possa passare dai piedi di Barella, fondamentale per l'Italia e in partenza da Cagliari, nonostante le smentite.

(Unioneonline/M)
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