Dopo un anno di silenzio torna a parlare Gigi Riva. Rombo di Tuono, 74 anni, ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport. "Sto meglio dopo un po' di affaticamento, ma d'altronde non sono più un ragazzino", ha detto parlando delle sue condizioni di salute.

Poi il colloquio è virato su Barella ("un pupillo") e sulla Nazionale di Roberto Mancini. E chi meglio di lui, vera e propria icona del calcio italiano, poteva fare il punto sulla nuova Nazionale infarcita di giovani?

"Barella è il mio pupillo, è nato nella scuola calcio che porta il mio nome. Adesso è pronto per volare, ovunque può diventare un calciatore importante. Ha davanti una carriera di prestigio", dice a proposito del gioiellino rossoblù.

Non solo Barella: "Con lui, Zaniolo, Chiesa, Tonali e altri chiamati di recente, Mancini sta lavorando con scrupolo. Sta aprendo un nuovo ciclo dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Ma bisogna avere pazienza, ci vuole tempo per costruire una Nazionale competitiva. Di lui mi fido, è stato un grande talento da giocatore, e ha portato le sue qualità in panchina. Vedo nelle sue convocazioni un piglio diverso, ha avuto intelligenza e coraggio nel lanciare i giovani. Vuole costruire il futuro, a costo di prendersi qualche rischio".

Infine un pensiero sulla nuova Serie A: "È vero che gli stranieri imperano, vengono ingaggiati e trovano quasi sempre lemigliori condizioni per esprimersi al meglio, ma la questione è un'altra. Nei nostri settori giovanili si insegnano tante cose, ma non come si cerca il gol, il dribbling secco e il tiro, l'attaccare gli spazi senza palla. Bisogna ripartire dai più piccoli, con meno sponde e più tiri".

(Unioneonline/L)
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