Doveva andar via dal Toro in estate, ma come al solito ha dimostrato il suo valore.

La carriera di Iago Falque non è mai stata in discesa tra prestiti, cessioni e un girovagare infinito che sembrava non aver fine. Le giovanili del Real Madrid, il Barcellona, la Juventus, per poi essere catapultato in Premier League al Southampton e nuovamente in Liga tra Almeria e Rayo Vallecano.

Tappe intermedie di un percorso che lo ha portato a realizzarsi in Serie A con la maglia del Torino dove dal 2016 è un punto di riferimento della squadra grazie a 28 gol in 85 presenze (considerando tutte le competizioni).

L’esterno d’attacco spagnolo si è conquistato la fiducia del tifo granata a suon di prestazioni e continuità di rendimento, cosa che in precedenza aveva avuto solo nel 2014 con il Genoa. L’anno successivo il passaggio alla Roma e la definitiva esplosione agli ordini di Sinisa Mihajlovic con 12 reti e 8 assist.

Oggi Iago Falque è fondamentale nel 3-5-2 di Mazzarri nonostante il forte interessamento del Siviglia ad agosto che ne ha minato la permanenza. L’arrivo di Simone Zaza sembrava poterlo mettere in difficoltà e invece il 28enne di Vigo si è dimostrato la spalla perfetta per il bomber Belotti.

Nella tredicesima giornata di campionato sarà uno degli avversari da temere per il Cagliari con la difesa rossoblù che dovrà riservargli un trattamento speciale onde evitare brutte sorprese. Intanto i rumors su un possibile rinnovo sono sempre più insistenti col presidente Urbano Cairo intenzionato a prolungargli il contratto fino al 2022.

Iago quest’oggi ha parlato in conferenza stampa allo stadio Olimpico Grande Torino e noi de L’Unionesarda.it ne abbiamo approfittato per chiedergli qualche curiosità in vista della sfida del 26 novembre alla Sardegna Arena.

Arrivate da una brutta sconfitta col Parma. Come sta il Torino?

"Sì purtroppo alla dodicesima non è andata bene. La pausa è un po’ lunga e ci dà modo di riflettere sul risultato che non è stato certamente positivo. Dopo i tre giorni di riposo successivi al match abbiamo parlato col mister e la testa è già focalizzata sul Cagliari".

Come giudica i rossoblù?

"Sono un’ottima squadra e in forma. Li affrontiamo in un periodo molto simile a quello dello scorso anno e sappiamo che sono pericolosi, ma noi vogliamo fare risultato".

Ha giocato sia con Belotti che con Pavoletti…

"Sì è vero. Sono due grandi attaccanti ed entrambi hanno grande forza fisica: sono molto forti di testa".

Se dovesse sceglierne uno?

"Con Leonardo ho condiviso solo pochi mesi, ma mi ha fatto una grande impressione. Ad ogni modo se devo sceglierne uno per la mia squadra ideale prendo Andrea. Non capita a tutti di fare 26 gol in campionato e lo ritengo molto più completo: il campo parla per lui".

Cosa manca al Torino per ritrovare continuità?

"In realtà siamo reduci da tanti risultati positivi anche se purtroppo col Parma è andata male. L’ultima sconfitta è stata inaspettata, forse non abbiamo saputo gestire i momenti negativi. Al di là di tutto abbiamo sempre fatto grandi partite: penso alla Fiorentina al Genoa".

A breve annuncerà il rinnovo?

"Sì può essere. La mia volontà è di stare qua e penso che ci siano i presupposti per prolungare il contratto. Il Torino è una squadra che sta crescendo tanto, sotto tutti i punti di vista, e voglio far parte di questo progetto".

Come pensate di uscire da questo momento?

"Non è facile trovare la soluzione. Col Parma era una partita importante e l’unico metodo che conosco è quello di allenarsi meglio e concentrarsi al massimo. Nel calcio il passato non conta, pensiamo già alla Sardegna Arena".

Da tre anni navigate sempre nelle stesse posizioni. Quest’anno dove volete arrivare?

"Rispetto agli scorsi anni il gioco è diverso. Abbiamo fatto partite, e prestazioni, che in precedenza non avevo mai visto. Siamo dispiaciuti per quanto successo nell’ultima gara, ma vedo i presupposti per far bene consapevoli delle nostre forze".

In estate è stato vicino alla cessione. Cosa è cambiato rispetto allo sfogo delle prime giornate?

"Alle volte bisogna anche confrontarsi e guardarsi in faccia. In quel momento mi sentivo di dire la mia e l’ho fatto col massimo rispetto. Non ho nulla contro la società, ma pensavo di meritare altro e l’ho detto. Per il resto ho sempre fatto parlare il campo…".

Chi sono i punti fermi del Torino?

"Credo che per noi N’Koulou sia fondamentale. La dirigenza granata deve tenerselo molto stretto perché è veramente forte. Anche Meité mi ha sorpreso...".

Tra poco si assegnerà il Pallone D’Oro. Lei a chi lo darebbe?

"Messi, senza dubbio".

Filippo Migheli

(Unioneonline)
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