"Non avevo voglia di andare ad allenarmi né di giocare. Ce l’avevo con tutti. Arbitri, rivali, tifosi. Non ero equilibrato, me ne sono reso conto e ho chiesto aiuto".

Alvaro Morata ha avuto un momento buio e, ora che si sente meglio, non ha paura di confessarlo.

"Non è facile, non ci vuole una settimana o due per riprenderti - ha detto l'attaccante del Chelsea che, in un'intervista ad Abc, ha ammesso di aver fatto ricorso alle cure di uno psicologo -. Quando un calciatore sente quella parola si tira indietro, ma io mi sono reso conto che avevo bisogno di aiuto".

Addirittura ha pensato di lanciare il Chelsea: "In estate mi sono detto che forse sarebbe stato meglio andarsene dal Chelsea, trovare una squadra dove le pressioni erano di meno. Pensavo che così avrei ritrovato la felicità. Improvvisamente mi sono ritrovato in un buco nero, non mi sentivo amato dai tifosi, la gente mi incontrava per strada e mi diceva di lasciare il Chelsea".

Ora ha trovato la forza di andare avanti, grazie a uno specialista e ai suoi figli, i due gemellini avuti a fine luglio dalla modella veneta, e moglie, Alice Campello.

"Anche noi calciatori siamo degli esseri umani e possiamo avere i nostri momenti difficili, ma adesso sono tornato a sorridere. È tutta questione di testa, è lei che comanda il corpo”.

(Unioneonline/D)
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