Mancina, uno scatto capace di lasciare sul posto anche i colleghi maschi della C2 quando si allenava con la Torres, una spasmodica voglia di fare gol. E di reti nella sua carriera la catalana Angeles Parejo ne ha realizzate oltre 500.

Altrettanti gli assist forniti alle compagne, quando i difensori, disperati, la raddoppiavano e triplicavano per cercare di fermarla. La maggior parte li ha siglati con la Torres femminile, dove in tredici stagioni ha vinto 4 scudetti e 7 tra Coppe Italia e Supercoppe. Ha conquistato pure una Supercoppa Italiana con la Reggiana e portato Roma in serie A, ha avuto persino un'esperienza in Giappone: pure nel Paese del Sol levante ha segnato gol a grappoli, diventando un idolo.

Ma è Sassari la città che ha adottato lei e la gemella Isabel, catalane di Terrassa. Da qualche anno Angeles Parejo, Angel per tutti, ha appeso le scarpe al chiodo e fa la barista in un locale del centro storico. Lo sport resta un punto fermo nella sua vita. Calcio, ma anche basket, che ha praticato da ragazzina (normale per una spagnola vista la diffusione della palla a spicchi) come spiega la ex bomber: "Quando posso seguo le partite della Dinamo. Ho visto anche la gara di Champions col Manresa e mi è dispiaciuto che il Banco abbia perso. Ma sono una tifosa biancoblù".

Angeles Parejo con la maglia della Torres (foto dalla calciatrice)
Angeles Parejo con la maglia della Torres (foto dalla calciatrice)
Angeles Parejo con la maglia della Torres (foto dalla calciatrice)

L'altro giorno una gradita sorpresa: il coach Gianmarco Pozzecco è passato per prendersi un caffè. Hanno chiacchierato a lungo e alla fine fatto un selfie: "Abbiamo parlato di sport, anche di quello spagnolo che lui segue e conosce bene. Mi ha fatto piacere che mi abbia parlato pure del calcio femminile. Pozzecco è una persona davvero semplice, che sa ascoltare. Gli ho detto che mercoledì a Manresa dovrebbe esserci tra il pubblico un mio nipote, Julen Parejo, ha 15 anni e gioca a basket, ma come numero di maglia ha voluto la 11 perché era il mio numero quando giocavo a calcio".

Da Pozzecco a Spissu, mancino come lei. "Conosco Marco da diversi anni perché sua zia Giovanna è madrina di Damiana Deiana, mia compagna di squadra alla Torres per tanti anni. Anche Marco è un ragazzo molto semplice e disponibile. Facciamo delle lunghe chiacchierate. Sono felicissima che sia arrivato in alto e mi sono emozionata quando ho letto della sua convocazione in nazionale. Sono convinta che con la sua umiltà farà bene anche con la maglia azzurra".
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