"Dobbiamo fare scelte scelte precise, perché ho pazienza, ma mi sono scassato...". Le parole del coach Gianmarco Pozzecco dopo la sconfitta di Champions contro il Manresa (73-74) sembrano preludere ad un ritorno sul mercato.

Approccio difensivo sbagliato a parte, la Dinamo si trascina da oltre un mese la scontentezza di un Jamel McLean che continua a guardarsi intorno.

Il rendimento del lungo americano è insufficiente. Tolte le due ottime prestazioni nella Supercoppa Italiana, raramente McLean ha fornito prove di sostanza nelle partite dove serviva. Sia in campionato, sia nella coppa europea. Non è solo un discorso di cifre: 6,5 punti di media nelle due competizioni, con 4,5 rimbalzi. E' una questione di atteggiamento in campo, dove emerge come il giocatore si impegni ma senza convinzione. E non dipende neppure dal tipo di gioco, dato che è stato schierato sia come pivot sia come "4" in appoggio a Bilan.

Il tecnico e la società hanno provato a recuperare McLean in tutti i modi, ma a questo punto bisogna darci un taglio, tanto più che avere un americano con un rendimento così modesto è un lusso che il Banco di Sardegna non può permettersi viste le rotazioni corte volute dallo stesso Pozzecco. Giocare in otto in campionato e in nove in Champions può funzionare alla lunga solo se tutti danno un buon contributo almeno nella maggior parte delle gare.

In caso contrario si spremono troppo i soliti giocatori.

La clausola di uscita che aveva richiesto McLean in estate è operativa da sabato. Il mercato qualche alternativa la offre: Lasme (Panathinaikos) non è più giovanissimo ma ha esperienza per inserirsi i fretta, Mathiang (ex Cremona) può dare forza fisica anche se solo come centro, Bryce (Capo d'Orlando, A2) è il più giovane ma può avere anche grandi stimoli.
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