Un presidente e un tecnico vincenti non solo per i trofei conquistati, ma anche per avere costruito una società ben organizzata e sostenibile economicamente, e una squadra ben amalgamata dove i giocatori si divertono. Modelli esportabili anche fuori dallo sport come hanno sostenuto questa mattina il presidente della Dinamo basket Stefano Sardara e il coach Gianmarco Pozzecco in una lezione agli studenti-futuri imprenditori del Contamination Lab dell'Università di Sassari.

L'incontro è stato introdotto dal Delegato per il Trasferimento tecnologico dell'Università di Sassari, Gabriele Mulas. Coach Pozzecco ha spiegato come si costruisce una squadra: "Io comincio dalla scelta dei giocatori che devono avere certe caratteristiche di umanità ed empatia fondamentali per stare in squadra". Il lavoro di chi tira le fila dell'azienda per certi versi è simile perché la Dinamo, come ogni impresa, è costituita da tante parti diverse, ognuna portatrice di differenti istanze.

"Fare squadra deve essere veramente la sintesi delle istanze di tutti e bisogna saper anche gestire i conflitti" ha affermato Stefano Sardara, approdato al vertice della Dinamo nel 2011 e capace di portare il club non solo ai vertici del basket italiano, ma di dargli credibilità europea, non solo per la Europe Cup vinta qualche mese fa. Sardara ha svelato: "Da ragazzo volevo fare l'avvocato, ma poi ho capito che la mia vera passione era il lavoro di assicuratore, quando è arrivata l'opportunità di prendere la Dinamo con alcuni amici (Giammario Dettori, Giovannino Cherchi e Carlo Sardara) abbiamo capito che era necessario facessimo sistema in un contesto come la Sardegna, non potevamo limitarci a essere solo una società sportiva. La via breve non esiste. Esiste la conoscenza, la competenza, il sacrificio e lo studio. Ci vuole entusiasmo, ma con i piedi per terra. Non innamoratevi di un'idea senza prove concrete di sostenibilità. I contributi pubblici? Sono solo un di più, dovete immaginare il vostro business senza di essi".
© Riproduzione riservata