Rifiuti di ogni genere, erbacce e uno stato di degrado generale che ferisce. Altro che Villaggio dello Sport, gli impianti sportivi di via Rockefeller, a Cagliari, sono abbandonati, ennesima testimonianza di spreco di soldi pubblici. All'inerzia degli amministratori si è sommato lo stop ai cantieri imposto dal coronavirus. Ma ciò non basta a giustificare la chiusura del palaboxe, di una pista di pattinaggio coperta che mai ha funzionato, di un campo di calcio pieno di buche, di due palestre sbarrate e di un campo da pallacanestro che solo pochi temerari riescono a utilizzare. Il "Pistino", così è chiamato dai ragazzi che lo frequentano da quasi 30 anni, non merita questo destino. Non è un problema di colore politico: la vecchia Giunta Zedda è stata costretta ad abdicare, lasciando i lavori a metà, a causa della sconfitta elettorale. Mentre l'attuale amministrazione guidata dal sindaco Truzzu non sembra ancora aver messo a fuoco quali sono le legittime esigenze di chi vuole fare sport in modo sano e sicuro. I lavori sono fermi, così come i progetti chiusi nei cassetti degli ingegneri comunali in attesa di scossoni da parte del Consiglio comunale. Ma questa è politica.

(L'Unione Sarda - Artizzu)
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Gli skater, i pattinatori, gli amanti del calcio, i cestisti e gli sportivi in genere aspettano da troppo tempo risposte concrete. E all'orizzonte non si vede niente di buono, anche perché, a detta di Raffaele Onnis (consigliere di maggioranza di peso, nominato dal sindaco Alter Nos nell'ultima Festa di Sant'Efisio) "il pattinodromo non è a norma". Il fascino di quegli impianti va oltre l'attività fisica. Il Pistino è soprattutto un luogo di incontro per ragazzi. Nella pista di pattinaggio, adattata a percorso di street, sono cresciute generazioni di skater. Uno su tutti Alberto Alberti, che tutti chiamano Granchio. "Promesse tante, fatti davvero pochi", commenta amareggiato. "Sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per niente. Quel poco realizzato sta andando in malora. Per poter usare lo skate siamo costretti ad andare ad Assemini, dove c'è un impianto perfetto ".

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A complicare le cose, la voglia di sport di molti ragazzi che, pur di sfogare la loro passione per la tavola a rotelle, non esitano a scavalcare la recinzione. A loro rischio e pericolo. Stesso discorso per chi vuol fare due tiri. Cerchi storti, asfalto con dossi e rifiuti dappertutto. C'è un futuro? Cosa ha in mente il Comune di Cagliari? Gli assessori ai Lavori pubblici (Gabriella Deidda) e allo Sport (Paolo Spano, che ha anche la delega alla Sicurezza) sembra viaggino su binari divergenti. "Ho ricevuto l'incarico da pochi mesi", si giustifica Gabriella Deidda. "Dopo lo stop per il coronavirus interverremo per le pulizie e per sistemare alcune ringhiere vandalizzate. Successivamente lo riconsegneremo all'assessorato allo Sport". Di tempi neanche un accenno. E il campo da basket, l'impianto da skate, il palaboxe, le palestre e i vari edifici? "Presto partirà l'appalto del 2016 con il quale sistemeremo tutto". Chissà.

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I dubbi sono più che legittimi. Non aiuta a chiarirli l'assessore Spano che dialoga solo attraverso messaggi WhatsApp. "Non voglio assolutamente polemizzare con nessuno, però, ripeto, le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti sportivi competono ai Lavori pubblici. Quindi io proprio non so che altro potrei dire. Lei pensa che io non vorrei realizzare il più presto possibile le opere da Lei citate? (sottolineo ancora una volta che la mia non è polemica!)". Sarà. Perché è soprattutto una questione di gestione. Il Palaboxe è chiuso, le palestre idem. Discorso a parte merita l'impianto per lo skate. E' sempre Onnis a fare il punto nave. "La Giunta Zedda avrebbe voluto realizzare la Bowl (un tipo particolare di struttura) in un'area degli impianti per noi non sicura, troppo pericolosa". L'ater Nos rilancia. "L'impianto per la tavola a rotelle in tutte le sue declinazioni andrebbe realizzato dove ora c'è il campo di calcio. Il terreno è così mal ridotto che neanche le patate crescerebbero. La proposta è stata votata dal Consiglio, ora la parola passa allo Sport che dovrà realizzare la progettazione". Marco Benucci, è consigliere di minoranza al secondo giro a Palazzo Bacaredda. "Con la vecchia Giunta avevamo deciso di dividere il campo da calcio in due: la prima metà per nuovi sport come il paddle e l'altra metà da destinare al Centro Italiano Paralimpico per realizzare un centro di alta formazione per i propri atleti a spese del Cip con l'utilizzo degli spogliatoi già sistemati), dell'impianto di atletica leggera Santoru, del Pattinodromo (copertura nuova e spogliatoi realizzati nel sottopassaggio elevato che porta allo stadio) che, insieme alle adiacenti piscine comunali, potesse favorire la visione di questo complesso sportivo come un unico vero corpo funzionale, con un punto ristoro come luogo di socializzazione tra le varie discipline e spazi per ospitare le diverse federazioni sportive". Le dimissioni del sindaco Massimo Zedda e la successiva sconfitta alle comunali cambiano le prospettive.

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"Avevamo concluso l'iter burocratico e aggiudicato l'appalto alla società Scebo. I lavori sarebbero dovuti cominciare ad aprile 2019 con una durata massima di 6 mesi circa. Il costo complessivo di realizzazione del villaggio sportivo era di 930.000 euro". Soldi ora inutilizzati, mentre il Pistino va in malora.
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