Dominio polacco ai campionati Mondiali di Showdown, andati in scena da lunedì a sabato al Geovillage di Olbia. Alla kermesse organizzata dall'ASD Disardinia, in collaborazione con la Fispic (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi), IBSA (International Blind Sports Federation) e CIP (Comitato Italiano Paralimpico), hanno gareggiato circa 100 atleti provenienti da Finlandia, Slovenia, Germania, Danimarca, Russia, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Corea del Sud, Svizzera e Italia. Lo showdown è uno sport paralimpico praticato da non vedenti e ipovedenti.

I giocatori vengono bendati affinché non vedenti e ipovedenti possano gareggiare nelle stesse condizioni. L'incontro viene disputato tra due giocatori su un tavolo rettangolare, con angoli arrotondati, che ad ogni estremità possiede un'area di porta. Al centro del tavolo vi è uno schermo centrale che divide il tavolo da gioco in due parti uguali. Questo schermo, alto 42 cm dalla sommità delle sponde laterali, forma un limite di 10 cm di altezza dal piano del tavolo per il passaggio della palla.

I giocatori utilizzano racchette di legno (o altri materiali sintetici) di solito di forma rettangolare o stondata sui quattro bordi. Con queste racchette i giocatori colpiscono una palla sonora (al suo interno ha dei sonagli) di plastica dura del diametro di 6 cm. Nel muoversi la palla sonora produce un suono in modo tale da poterne percepire la direzione e la velocità. Lo scopo del gioco è lanciare la palla nella porta dell'avversario facendola passare prima sotto lo schermo centrale.

E in questo la Polonia non ha avuto rivali. I suoi atleti Adrian Sloninka e Elzbieta Mielczarek hanno portato a casa la medaglia d'oro battendo in finale rispettivamente il finlandese Ari Lahtinen e la lituana Oksana Dobrovolskaja. Primo posto anche nel torneo a squadre grazie al successo sulla Russia per 31-23. L'Italia ha chiuso il Mondiale con l'ottavo piazzamento nel femminile di Graziana Mauro, il sedicesimo posto di Marco Carrai e il sesto nella competizione a squadre.
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