Il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro ha aperto un'inchiesta sul volantino apparso nella curva dei tifosi laziali. "Nelle prime file non ammettiamo donne, si mettano dalla decima fila in poi", hanno scritto gli ultras biancocelesti, comportamento da cui si è dissociata la società, memore della vicenda degli adesivi su Anna Frank, che costarono a Lotito una multa da 50mila euro per insulti antisemiti.

Il club secondo la Procura avrebbe violato l'articolo 11 del codice di giustizia sportiva, secondo cui "costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica".

Il direttore generale Figc Gabriele Uva ha stigmatizzato il comportamento dei tifosi laziali: "La condanna è talmente ovvia e banale che mi vergogno quasi a parlarne. Sicuramente ci saranno conseguenze dal punto di vista disciplinare: non dipende da me, ma dagli organi di giustizia sportiva".

La cosa difficile da dimostrare è che quel volantino sia stato messo lì dal tifo organizzato, ma in soccorso degli inquirenti è arrivato il comunicato degli Irriducibili, gli ultras biancocelesti.

Che, se possibile, è anche peggio del volantino: "Non ci siamo in dovere di chiedere scusa a nessuno. Mai stati contro le donne per partito preso, ma ci sentiamo in diritto a riprendere quelle che alla categoria femminile non fanno fare una bella figura. Ubriache, barcollanti e poco serie che in un contesto maschile, come il nostro, di per sé già difficile da gestire, hanno portato e portano solo problemi".

(Unioneonline/L)
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