Il condottiero del popolo sardo. Questo è Rolando Maran. O almeno, queste sono le sue intenzioni.

Il nuovo tecnico del Cagliari, che dopo la firma sul contratto arrivata questa mattina si è presentato a stampa e tifosi nel pomeriggio, sembra aver capito già tutto della Sardegna.

Nonostante le poche ore trascorse sull'Isola.

Gli è bastato, infatti, parlare con i tifosi rossoblù per annusare l'importanza del ruolo che gli è stato affidato dal presidente Tommaso Giulini.

Un ruolo che non è solo calcistico. No. È molto di più. Quasi filosofico.

"Prima di venire qui ho parlato con i tifosi - ha detto Maran nella sua prima conferenza stampa - e ho capito cosa significhi per loro il Cagliari. Certo: già conoscevo il significato di allenare una squadra che rappresenta un popolo. Ma qui ho subito percepito il reale senso di questa dimensione, mi sono reso conto di tutto. Io vengo in Sardegna con il massimo entusiasmo".

Il nuovo tecnico ha intenzione di trarre forza dal suo recente passato per scrivere il futuro del Cagliari. Un futuro che passa, anche, attraverso una sua piccola "rivincita".

"Quello che è successo con il Chievo, il mio esonero, sarà la spinta per guidare oltre ogni mio limite questa squadra", ha sibilato lui, prima di svelare la sua personalissima sfida: diventare un grande allenatore grazie alla forza della passione che l'Isola sa esprimere per il Cagliari.

"Ho stimoli molto forti - ha spiegato l'allenatore che ha appena siglato un contratto che lo legherà ai rossoblù fino al 2020 - perché questa società vuole costruire un futuro importante, proprio come me. Io, qui, voglio migliorarmi come allenatore, e per questo garantisco, già da subito, lavoro e passione.

Voglio conquistarmi la stima di un popolo intero".

(Unioneonline/DC)

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