Francesco Totti si racconta in un'intervista a Sky Sport, e non sono parole banali quelle utilizzate dall'ex calciatore della Roma, oggi nella dirigenza del club giallorosso.

"In questo mercato pazzo io costerei 200 milioni", ha dichiarato l'ex fantasista,

"Oggi conta il business - ha detto - ed è difficile che un giovane della Roma crescendo rimanga e possa fare le stesse cose che abbiamo fatto io e Daniele De Rossi: quindi non penso che esista un altro Totti, e nel caso non credo possa rimanere a lungo nella Roma".

Ha parlato di mercato pazzo, l'ex numero 10: "Fosse per me spenderei qualsiasi cifra per comprare i giocatori forti, perché per vincere servono: ma non sono io a gestire i soldi, è il presidente che decide".

L'offerta più concreta per lasciare Roma gli è arrivata nel 2003/04, dal Real Madrid: "Ho fatto una scelta ben precisa, precludermi la possibilità di vincere tanto per rimanere con un'unica maglia, che per me è stata la cosa più importante".

Una scelta di cui non si è mai pentito: "Alla fine ho avuto tutto: amore e passione per me sono stati più importanti che vincere trofei altrove". Ma una cosa che gli manca c'è, quel Pallone d'Oro che magari altrove avrebbe portato a casa: "Non ero in grado di competere con giocatori che erano in altre squadre e che hanno conquistato la Champions o il Mondiale", ha dichiarato.

Lui in realtà un Mondiale lo ha vinto, ma i mattatori di quella Nazionale erano tutti nel reparto arretrato, tanto il Pallone d'Oro quell'anno lo vinse Fabio Cannavaro.

Non ha risparmiato bordate a Luciano Spalletti, l'ex capitano della Roma. Il rapporto tra Totti e il suo ultimo mister non è stato idilliaco, non è un segreto. Ma Francesco non ha nessuna intenzione di chiarire: "Con Spalletti non c'è mai stato e mai ci sarà un confronto, avrei preferito chiudere in un altro modo", ha detto.

"Fossi stato in lui - ha aggiunto - avrei gestito il calciatore, e soprattutto la persona, in modo diverso: mi sarei confrontato con lui, ci avrei parlato".

(Unioneonline/L)
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