Sono trascorsi quasi cinque anni dal 21 aprile 2016, il giorno in cui Prince veniva stroncato da un'overdose di un farmaco oppioide mentre era da solo nell'ascensore della sua villa-studio a Minneapolis.

Cantante strepitoso, chitarrista formidabile, ballerino irresistibile, nato Roger Nelson il 7 giugno 1958 a Minneapolis, a 19 anni era già sotto contratto con la Warner, a 26 ha inciso "Purple Rain", album da 13 milioni di copie in un anno, ha vinto l' Oscar per la colonna sonora del film che ha lo stesso titolo dell'album, lo vede protagonista e che ha avuto un inaspettato trionfo al botteghino.

Nella sua villa di Minneapolis aveva costruito i Paisley Park Studios, tre sale di incisione che erano considerate una delle meraviglie del mondo della musica registrata. Dagli archivi inediti, gli eredi hanno tirato fuori in questi giorni "Welcome 2 America", un album registrato nel 2010 in cui Prince fa un ritratto dell'America che sembra anticipare le drammatiche divisioni dell'era Trump.

Nell'edizione deluxe c'è anche il video di uno dei 21 concerti tenuti in quell'anno a Inglewood, in California, al termine di un tour mondiale lungo due anni. Per i cultori anche l'edizione in vinile, con una quarta facciata da collezionisti.

(Unioneonline/D)
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