"Mi sono sempre chiesto perché lo spettatore avrebbe dovuto essere interessato alla mia vita, poi a teatro mi sono reso conto che tutti abbiamo una storia da raccontare. E quella della mia famiglia è legata dalla colonna sonora di Domenico Modugno, con un gioco di specchi tra mio padre e Modugno e in mezzo io, che sono diventato attore". Sono le parole di Beppe Fiorello che porta questa sera su Rai1 "Penso che un sogno così", adattamento tv dello spettacolo che ha viaggiato lungo l'Italia per 300 serate, dedicato a suo padre e a Domenico Modugno, ma non solo.

Il racconto parte dalla sua infanzia, dalla Sicilia e l'Italia di quegli anni, "tra ricordi autobiografici, musica, e tematiche importanti", dice l'attore che racconta i numerosi parallelismi fra lui e papà, morto però troppo presto, quando Beppe aveva solo 20 anni.

Il mito di Modugno rivive dunque nei ricordi di un bambino siciliano riflessivo, per arrivare poi al magico destino che lo ha scelto come interprete di mister "Volare", con un sottofondo di canzoni che hanno segnato momenti della sua vita, accompagnando prima i suoi sogni di ragazzo e poi le consapevolezze della maturità.

GLI OSPITI - Nel racconto si inseriscono vari ospiti, tra cui Eleonora Abbagnato che "danzerà sulle note di una canzone scritta da Pasolini per Modugno", Francesca Chillemi, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Serena Rossi.

Atteso il fratello Rosario.

Beppe ammette: "Vedrete un Fiore inedito. Sarà molto intenso".

I TEMI - Ad essere affrontati nel corso della serata temi universali come la famiglia, il lavoro, il progresso e l'immigrazione dei nostri nonni. In un "volo immaginario" Giuseppe Fiorello invita i protagonisti della sua vita ad uscire dalla memoria. In parallelo, viene raccontata la crescita musicale di Modugno che, con le sue canzoni, ha accompagnato la vita della famiglia Fiorello: ogni scena avrà infatti il suo sottofondo musicale. Sul palco, oltre ad un corpo di ballo straordinario, anche due musicisti d'eccezione: Daniele Bonaviri, uno dei più bravi chitarristi italiani, e Fabrizio Palma, musicista e arrangiatore.

Fa notare il direttore di Rai1 Stefano Coletta: "Per tutto ciò che stiamo attraversando, non è retorica, abbiamo bisogno di bellezza, di speranza. Non possiamo andare a teatro e questa è la prova che la Rai può dare voce a queste arti". Giuseppe Fiorello: "Dedico questo spettacolo a mia madre Sarina, unico vero amore di papà, e alla signora Franca, la moglie di Modugno".

L'IDEA - "Tutto è nato per caso - racconta poi Fiorello sull'idea che sta alla base dello spettacolo -, è nato grazie ad un'ispirazione. Ero in Sicilia sotto l'ombrellone, avevo terminato un libro, 'Open' di Agassi. Ho avuto un'ispirazione. Con mio padre avevo un rapporto di grande dolcezza, di grande fisicità, di calore. Attorno a me avevo pezzi di vita. Ho voluto restituire qualcosa a quell'uomo andato via troppo presto. E' un omaggio alla mia famiglia, ci sono anche tratti di vera commedia all'italiana".

Poi ricorda: "Mio padre amava particolarmente una canzone di Modugno, 'Amata terra mia'. Nello spettacolo, ci sarà un momento molto particolare su quelle note".

"Modugno e mio padre si somigliavano molto anche nel carisma. Sono stati uomini che avevano visto qualcosa di forte come la guerra. Entrambi erano ragazzi che avevano voglia di emergere. Modugno trovò il coraggio di partire a Roma, mio padre ebbe il coraggio di rimanere in Sicilia. La vita è fatta di attimi di coraggio", dice ancora l'attore.

I SILENZI - "Lo show televisivo ha tutto dello spettacolo teatrale tranne un elemento fondamentale. Non è stata una nostra decisione. Sto parlando ovviamente del pubblico, il pubblico dal vivo che avrebbe reso questo racconto un rito. Abbiamo scelto di lasciare questo spazio vuoto, di non colmarlo, alla fine, di lasciare questi silenzi che saranno dei silenzi poetici, silenzi 'meravigliosi' di un pubblico che non c'è".

(Unioneonline/v.l.)
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