Era una fredda notte dell'11 gennaio 1999 quando il cuore di Fabrizio De André, per tutti Faber, cessava per sempre di battere. Stroncato da una malattia che non concedeva scampo, e da cui aveva scoperto di essere stato colpito appena sei mesi prima.

Ai suoi funerali, due giorni dopo nella "sua" Genova, parteciparono oltre 10mila persona. Quella stessa Genova che vent'anni più tardi, ferita al cuore dalla tragedia del ponte Morandi, avrebbe scelto proprio la sua canzone "Creuza de ma" per inaugurare il nuovo viadotto, sotto un beneaugurante arcobaleno.

Quest’anno, a causa della pandemia, niente concerti per ricordare il Principe libero, niente tavole rotonde né convegni.

Ma i fan, molti anche nell'Isola che lui scelse e amò, nonostante tutto, non dimenticano: e il suo hashtag, #Faber, è già balzato in tendenza su Twitter.

"Auguri Faber", ricorda qualcuno proprio dalla Sardegna. "L'11 gennaio 1999 se ne andava il più grande di tutti. Colui che scioglieva le parole in un mare di poesia in cui era un piacere annegare".

(Unioneonline/v.l.)
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