«Mio padre mi chiede ancora adesso quando mi sposo, non lo accetta. Gliel'ho detto che sono gay ma non sente, non ascolta, non vuole capire. Con il passare degli anni me ne sono fatto una ragione. Quando vede i miei interventi di chirurgia estetica pensa che lo faccio perché sono istrionico. Non lo associa ad altre cose».

Prima puntata dell'anno di "Grande Fratello Vip" e a confessarsi, questa volta, è Giacomo Urtis. Chirurgo estetico, classe '77, è nato a Caracas, Venezuela, e cresciuto ad Alghero.

E proprio Alghero è il punto cruciale del suo racconto: «Mi sono laureato a Sassari a ventiquattro anni. In quel periodo ero fidanzato con una donna. Non parlavo con lei del mio disagio, non potevo, ma ero conscio della mia omosessualità. Vivevo in un paese, Alghero, di 30mila abitanti. Nei piccoli centri queste cose sono mal tollerate. Mi ero convinto che quella fosse la mia vita. Dovevo essere etero, non c'erano altre soluzioni: un lavoro, una famiglia, dei figli. Ero molto innamorato di quella ragazza, la sento ancora tutti i giorni. Ma è stato come recitare una parte in un film che non è il tuo. Continui a stare con quella persona perché ti affezioni. A quell'epoca mamma era quella che se vedeva un omosessuale in tv, la faceva spegnere, mentre papà non parlava. Quando l'ho detto, mamma è diventata mia complice mentre papà non lo ha accettato». Mai. «Tanto che, prima di accettare la mia omosessualità, ho avuto tante donne».

Un obbligo sociale, un dovere morale verso la famiglia. Che, a sorpresa, Alfonso Signorini ha invitato nella Casa più spiata d'Italia. Prima la madre e poi il padre. «Mamma, ti amo e sei la mia vita. Vivo per te. Papà come sta? Non è arrabbiato?». Urtis non sapeva che avrebbe fatto il suo ingresso anche il padre.

Subito dopo il loro incontro Signorini ha voluto fare una domanda all'uomo: «Quello che voglio chiedere al signor Antonio, che so essere un professionista tutto d'un pezzo, è riferito a quello che ci ha detto Giacomo. Perché ha questo chiusura nei confronti del mondo omosessuale?». La risposta: «Non ho nessuna chiusura in questo senso. Per me è importante la famiglia, è tutto, è alla base della sopravvivenza della nostra specie. Avrei voluto che mio figlio continuasse la specie umana. La sua vita la decide lui, non posso far niente. Sarà quel che Dio vorrà».
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