Tanto triste da far ridere fino alle lacrime. La famiglia, il lutto, il dolore, la morte, le assurdità della vita che strappano una risata anche nei momenti più cupi. Ecco, trovare un modo per difendersi, per non soccombere, è diventato per Karla Fazius l'unica maniera per superare la morte improvvisa del marito, dopo 25 anni di matrimonio, e dopo numerosi tentativi di sabotaggio del funerale. Come? Diventando un'elogista, un'oratrice funebre, una chiacchierona da altare di quelle in grado di tirar fuori le cose più nascoste e bizzarre pur di regalare un momento di spensieratezza a parenti e amici affranti che proprio non trovano consolazione nel momento dell'ultimo saluto. "The Last Word", nuova serie in arrivo dalla Germania, prodotta da Pantaleon Films, su Netflix a partire dal 17 settembre, racconta il percorso che ha spinto la protagonista, interpretata da Anke Engelke, attrice comica canadese-tedesca, 54 anni, già nel cast di "Deutschland 86" nella parte di Barbara Dietrich, ad andare oltre la paura, la rabbia e lo sgomento provato quella volta.

Quando? Nel momento in cui viene travolta dal lutto, Karla fino al funerale del marito non riesce a trovare nemmeno una parola giusta da dire, una frase adatta, un ricordo dignitoso. Continua a rimandare, a fuggire dall'elaborazione del lutto, ed è in quell'istante che capisce di dover aiutare gli altri perché «proprio come nella vita reale, il dramma e la comicità si scontrano continuamente», ammette l'attrice, «la famiglia e le relazioni, la perdita e il lutto, la vita e la morte, le assurdità della vita, la riscoperta della forza e della voglia di vivere, è tutto lì. Talmente bello da farti piangere».

Karla che fa? Si mette in affari con un impresario funebre, Andreas Borowski (Thorsten Merten, attore ma anche ideatore della serie), e comincia ad assistere le famiglie che hanno subito una perdita, accompagnandole nel percorso di addio ai propri cari. A cavallo tra il genere drammatico e la commedia, in sei episodi lo showrunner, autore e regista Aron Lehmann (che dietro la cinepresa si è diviso il lavoro con Pola Beck e ha scritto la serie con Nora Valo e Carolina Zimmermann) ha affrontato il dolore raccontando storie divertenti, altre tristi, la gran parte ammantate di assurdità che vedono impegnati gli attori, tutti tedeschi, Nina Gummich, Johannes Zeiler, Aaron Hilmer, Claudia Geisler-Bading, Gudrun Ritter and Juri Winkler. «È un processo caotico. Non esiste un modo giusto o sbagliato per affrontarlo, è diverso per ognuno di noi. Allo stesso tempo anche la morte arriva raramente al momento giusto e altrettanto raramente cominciamo a comportarci in maniera corretta e dignitosa quando muore qualcuno, anzi. Persino nei momenti più tristi della nostra vita possiamo trovare un po' d'ironia, anche se non abbiamo nessuna voglia di ridere». Se la morte è dolorosa, devono esserlo anche i funerali? Si può pensare che l'ultima parola spetti alla morte? Non per Karla Fazius che lascia tutti a bocca aperta quando, diventando un'elogista, inizia ad aiutare gli altri ad affrontare il lutto infrangendo tutte le regole del settore funerario. La scoperta però non l'aiuta a superare il dolore della perdita ma, anzi, contribuisce a gettare nel caos l'intera famiglia. «"Argomento: morte. Destinatario: chiunque." Ho scritto queste parole in una breve presentazione - spiega il produttore Daniel Sonnabend - quando mi sono reso conto che tutti quelli con cui ne parlavo riuscivano a immedesimarsi nell'argomento e a condividere la loro esperienza. Queste storie esistono in ogni parte del mondo». Netflix, 193 milioni di abbonati in oltre 190 paesi, scommette ancora su una produzione europea e, dopo la grande accoglienza per "Dark" (di cui è in preparazione la terza e ultima stagione), ecco un altro prodotto in arrivo dalla Germania. Sarà ancora un successo?
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