Prima l'audiocassetta, poi il vinile, il cd e oggi, in tempi di musica liquida, anche i Kenze Neke approdano nelle più importanti piattaforme digitali con la discografia che testimonia trent'anni di attività. La band nata a Siniscola nel 1989 e protagonista della scena indipendente italiana degli anni Novanta ha diffuso in rete i primi tre album "Chin sas armas o chin sas rosas", "Naralu! De uve sese" e "Boghes de pedra" grazie all'iniziativa dell'etichetta indipendente Nois, creata da Fabio Carta (manager dei Kenze Neke dal 1996 al 2001) e Alberto "Bobo" Murru.

Entro l'estate sarà online tutta la discografica della formazione guidata da Enzo Saporito, una band che canta in sardo, suona un rock and roll a forti tinte punk, libero da schemi e aperto alle contaminazioni; dialoga con lo ska e il reggae inglese, non trascura incursioni nel blues e sin dal primo momento cerca (e trova) un saldo legame con i suoni della tradizione isolana.

"Chin sas armas o chin sas rosas", uscito inizialmente soltanto su musicassetta, contiene dieci tracce tra cui "Kenze Neke", il brano dedicato all'anarchico Michele Schirru e l'inno antimilitarista "Amerikanos, a balla chi bos bokene". Poi ancora "Pilinzola", "Zente", "Tempus pertu", "Prus a fundu", "Do you know what you do", "Chin Sas armas o chin sas rosas" e "Bette monkey".

Il disco è autoprodotto, come del resto tutti i lavori dei Kenze Neke. Escluse alcune collaborazioni (come quella con l'etichetta Gridalo Forte di Roma), la band ha sempre voluto conservare la propria autonomia creativa ignorando anche le lusinghe di una major discografica che nei primi anni Novanta (in tempi di etno-rock imperante) mostrò interesse per la musica del gruppo baroniese. Ci furono contatti, telefonate e anche lettere ufficiali. Ma non se ne fece niente e nessuno in casa Kenze Neke ha mai avuto rimpianti. La band ha seguito un suo percorso legando le sue sorti alle intuizioni di Enzo Saporito, indiscusso leader della formazione che sin dai primissimi concerti riuscì a ritagliarsi uno spazio di rilievo nelle scena indipendente isolana e in breve tempo conquistò anche la notorietà a livello nazionale e internazionale. Dopo pochi mesi di attività iniziarono i tour nelle penisola e all'estero. Nei primi anni Novanta erano tra i pochissimi i gruppi sardi che suonavano Oltralpe. I Kenze Neke si esibirono in Svizzera, Germania e Spagna grazie anche al successo dell'album "Naralu! De uve sese", registrato con una nuova line up, ovvero con l'ingresso di Massi Circelli (chitarra solista), Stefano Ferrando (batteria e voce) e Massimo Loriga (sax e armonica).

"E' un album autoprodotto in collaborazione con la Gridalo Forte di Roma - spiegano Fabio Carta e Alberto Murru di Nois - trovano spazio diversi brani del primo demo-tape, riarrangiati e risuonati dalla nuova formazione, tra cui "Che A Sos Bascos E Che A Sos Irlandesos", "Amerikanos A Balla Chi Bos Bokene", "Kenze Neke" o "Zente" (Gente). Chiaro e imprescindibile il loro legame con la propria terra, la Sardegna, e l'impegno politico-sociale che il gruppo persegue trova spazio nelle liriche contro la presenza massiccia di basi militari sull'isola o del disagio dei giovani nell'affrontare problemi come la disoccupazione, l'alcolismo ("Prusu A Fundu") la droga ("Non Ti Kerjo"), il servizio di leva obbligatorio ("Tempus Pertu")". Dopo "Naralu! De uve sese" è stata programmata l'uscita di "Boghes de pedra", considerato da critica e pubblico come uno degli album più significativi della formazione baroniese. Le pubblicazioni on line sono precedute da una intensa attività di comunicazione sui social. I responsabili dell'etichetta Nois hanno chiesto ai musicisti della band di ricordare qualche aneddoto sui esordi. Il sassofonista Massimo Loriga entrò a fare parte del gruppo alla vigilia dell'incisione di "Naralu! De uve sese". "Nel 1990 mi ero appena trasferito a Cagliari per l'Università e fu durante una telefonata che il mio fraterno amico Massimiliano Circelli, mi raccontò di aver iniziato a provare con un gruppo rock di Siniscola - racconta il musicista - passarono poche settimane e durante una visita in paese, Massimiliano mi disse che avrebbe incontrato il gruppo per provare e mi invitò a seguirlo "armato" almeno di blues harp. Provavo un certo imbarazzo, ma alla fine acconsentii e ci recammo assieme nella sala prove. Al nostro arrivo trovammo Guido Forlano, che era in quel momento il sostituto di Sandro Usai, impegnato con il servizio militare; poco dopo arrivarono Enzo Saporito e Toni Carta. Dopo i convenevoli suonarono "Bette Monkey" che conoscevo nella versione degli "Specials" e proposi una piccola intro di ballo sardo suonato con la mia armonica. Fu quello il primo brano che suonammo assieme: fu un incontro "illuminante".

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