C'era anche Elisa oggi nell'ultima giornata degli Stati generali a Villa Pamphilj, per partecipare al panel riservato al mondo della cultura e dello spettacolo.

"Sono una cantautrice, una musicista, ma non potevo che cogliere questa occasione per accendere l'attenzione su una parte dei problemi che ci sono oggi nel settore. Il confronto è importante e il settore della musica deve farsi sentire", ha detto, invitata direttamente dal premier Giuseppe Conte come "espressione significativa e qualificata del mondo della canzone".

"Oggi, 21 giugno, è la festa della musica - ha continuato Elisa - ma purtroppo è una festa 'senza musica', come tanti hashtag e il significativo flash mob di oggi hanno sottolineato. Ritengo importante che lo Stato ascolti le tante voci che si stanno mobilitando in questo periodo, come il movimento 'La musica che gira'. E' fondamentale che ci sia attenzione verso un settore di così grande rilievo per l'economia italiana, ma che ha ricevuto ancora troppo poco".

Proprio oggi alcuni tra i più famosi giovani cantautori italiani, come Levante, Lodo Guenzi, Diodato, Manuel Agnelli, Ghemon, Cosmo e Dente si sono dati appuntamento a Milano, in piazza Duomo, tutti vestiti di nero in segno di lutto, per osservare alcuni minuti di silenzio e chiedere un futuro per la musica e per le tante persone che ci lavorano, anche e soprattutto dietro le quinte di concerti, eventi, album.

"I problemi sono tanti - ha aggiunto Elisa a Roma - legati ai lavoratori intermittenti del settore non riconosciuti, alla mancanza di associazioni di categoria forti e riconosciute a livello statale, agli aiuti che non sono arrivati, ad un settore, quello live, che va tutelato oggi più che mai affinché non ci rimettano né il pubblico né i lavoratori, e ad una ripartenza richiesta a più voci di cui io sono da sempre profonda sostenitrice, legata a nuove forme di sviluppo sostenibile che puntino su energia da fonti rinnovabili".

"I settori culturali di tutta Europa sono stati duramente colpiti da questa emergenza. Il settore della musica è stato tra i primi a fermarsi e, soprattutto quello live, sarà purtroppo tra gli ultimi a ripartire. Ma parliamo di un settore che dà lavoro al 6,1% del totale degli occupati in Italia, 1,5 milioni di persone (numero anche sottostimato per la difficoltà di inquadrare determinate figure professionali). Senza un'azione immediata - la conclusione - si avrà una ricaduta su tutta l'economia del Paese. Ricordiamo che parliamo di un settore che conta per il 17% del Pil italiano".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata