A volte la notorietà è una gabbia, quanto più se in ambito televisivo viene raggiunta attraverso la caratterizzazione di un personaggio seriale. Uno su tutti: pensate al Fonzie del grande classico "Happy Days" (11 stagioni dal 1974 al 1984, esportato in tutto il globo). Bene, il suo interprete Henry Winkler come attore non è mai riuscito ad avere altri ruoli che lo valorizzassero al pari del suo Arthur Fonzarelli. Anche perché (confessatelo) tutti ci aspettavamo che prima o poi, nei film successivi che ha fatto, alzasse il pollice destro e pronunciasse il suo famoso "Hey!". E questa è un po' la dura legge che si abbatte su molte star delle fiction tv. Ma non per tutti.

Subito un esempio nel segno opposto, protagonista proprio in questi giorni di un ritorno di fiamma: stiamo parlando dell'attrice canadese (di origini coreane e naturalizzata statunitense) Sandra Miju Oh (classe 1971).

Il suo volto è stato legato per anni a quello della dottoressa Cristina Yang del popolarissimo "Grey's Anatomy" medical-drama che l'ha vista sul set per ben 220 episodi dal 2005 al 2014. Un ruolo importate e sulla carta vincolante che in teoria l'avrebbe potuta marchiare e relegare a quell'immaginario per sempre. E invece? Invece ecco che Sandra Oh rompe l'incantesimo e subito rinasce con indosso nuovi abiti. Sono quelli della strampalata agente segreto del MI6 britannico Eve Polastri, star della serie "Killing Eve". Una spy story (BBC America) dal gusto grottesco che in Italia va in onda sulla piattaforma digitale TIMvision . Quattro stagioni, dal 2018, che sono valsi alla fiction nel 2019 un doppio Golden Globe: a Sandra Oh e alla sua collega (e rivale nella finzione) Jodie Marie Comer (27 anni) come Migliori attrici in una serie drammatica.

Ed è in questa accoppiata che affonda le radici il nuovo successo della ex dottoressa Cristina Yang. Se Oh è Eve Polastri, Jodie Marie Comer è Villanelle, una killer psicopatica al servizio dei Dodici, società segreta internazionale nata per garantire sporchi e redditizi affari al di sopra di ogni nazione e di ogni ordine costituito. Ma Villanelle (nata dalla penna di Luke Jennings, edito in Italia da Mondadori) non è un sicario dei tanti già incontrati nella strada della narrazione di genere. È bella (già visto), crudele (ok, anche questo già visto) ma (ed ecco la novità) è simpaticamente matta da legare con un gusto per la bella vita, gli abiti di classe, e un iperbolico senso dello humor. Spaccona, sensuale e divertente sembra un mix tra Carrie Bradshaw di "Sex and the City" e la furiosa Harley Quinn (fidanzata abbandonata da Joker) di "Suicide Squad". Il suo vero nome è Oksana Astankova, orfana russa salvata dalla pena di morte e addestrata per essere uno strumento di morte.

Tutto l'opposto è Eve Polastri. Mollacciona, analista più che agente sul campo. Una vita ordinaria con un marito da carta da parati che però lei teneramente ama. Più che una spia sembra una brava insegnante di scuola primaria, comprensiva e colma di buoni propositi verso l'umanità.

Il caso vuole che Eve si trovi ad indagare su un omicidio che la porta dritta sulle tracce di Villanelle. E quando lo scontro/incontro fra le due avviene... Attenzione la prossima rivelazione può essere uno spoiler quindi fermatevi se non avete ancora visto la prima stagione...

Dicevamo, e quando lo scontro/incontro fra le due avviene nasce subito una forte attrazione che ben presto sfocerà nella relazione amorosa più assurda, comica e drammatica alla stesso tempo, pazza e tenera, sanguinaria e tormentata fra spie di opposte fazioni.

Per concludere. Dall'inizio di giugno TIMvision ha sulla sua piattaforma l'intera quarta stagione che purtroppo è l'ultima. Forse.
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