A sollevare con forza il tema è stato Tiziano Ferro, che in diretta tv, ospite di Fabio Fazio, ha chiesto risposte, certezze, e azioni concrete per un settore, quello della musica e degli eventi live, risucchiato dall'enorme buco nero che è l'emergenza coronavirus.

È stato lui il primo artista a farsi portavoce delle istanze di circa 500mila lavoratori e ha pagato il tutto con attacchi e critiche sui social, da chi non ha compreso che dietro ad un concerto, dietro ad un palco, lavorano centinaia di persone.

Quello squarcio iniziale si è però poi allargato fino a diventare una crepa profonda che ha via via coinvolto, a gran voce, molti altri artisti.

Da ieri si moltiplicano gli appelli: da Laura Pausini a Fiorella Mannoia, da Ligabue ad Emma, da Gianna Nannini ad Alessandra Amoroso, passando per Frankie hi-nrg, Luca Barbarossa, Giorgia, Anna Tatangelo, Rosario Fiorello, Elisa. E ci sono anche Tosca, Francesca Michielin, Raphael Gualazzi, Annalisa, Mario Biondi e molti stanno via via aderendo.

L'appello condiviso al governo è lo stesso per tutti, nel nome di #seiconnoi e "perché nessuna voce resti inascoltata".

"Chiediamo ai nostri colleghi, a tutti professionisti dello spettacolo e a tutti quelli che come noi amano la musica, l'arte e ogni forma di intrattenimento di unirsi in questo momento così delicato", è l'appello che corre di post in post .

E l'attenzione è richiesta per musicisti, autori, dj, ballerini, operai, tecnici, lavoratori senza cassa integrazione, lavoratori occasionali. "Di loro, della loro angoscia e del loro disagio economico si parla pochissimo", spiegano in tanti.

La richiesta è unanime: "Sapere cosa accadrà ai lavoratori del mondo dell'intrattenimento; sapere quando potranno tornare a lavorare: definire il futuro dei prossimi eventi, senza dimenticare un trattamento economico e previdenziale dignitoso durante tutta la fase dell'emergenza".

Una prima, parziale, risposta è arrivata dal sottosegretario del ministero di beni culturali e turismo Anna Laura Orrico.

"Stiamo ragionando su tutta una serie di misure per coprire i lavoratori intermittenti che non siamo riusciti a tutelare con il decreto Cura Italia per l'enorme varietà il mondo della cultura. E' molto complesso fare misure omogenee, ma siamo costantemente al lavoro".

Secondo il sottosegretario, "oltre alla Fase 2, ci sarà sicuramente una Fase 3. Si sta iniziando a ragionare su quelle che dovranno essere le regole per accompagnarci a un ritorno alla normalità che comunque sarà diversa da quella che abbiamo vissuto fino a qualche mese fa. Dovremo capire come garantire il distanziamento sociale in tutti i luoghi della cultura, che ha mille sfumature diverse". Ma, avverte Orrico, "dobbiamo essere molto cauti e non prendere decisioni affrettate".

(Unioneonline/v.l.)
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