Beatles e Ac/Dc. Ma anche Queen, Litfiba, Vasco Rossi, Red Hot Chili Peppers, solo per citarne alcuni. Fidatevi delle imitazioni. La Sardegna è terra feconda (e pioniera) delle tribute band che dedicano l'intero repertorio a un unico gruppo. Una premessa, però, è doverosa. Questo articolo non è una mappatura delle band che nell'Isola rendono omaggio con la loro passione e la loro attività ai grandi della musica pop-rock. Per tracciare una fotografia regionale delle tribute band in circolazione, sempre di più, ci vorrebbe un libro. Quelli citati in questo articolo sono invece solo i profili di due formazioni pioniere nell'Isola, di grande successo (ma non solo le uniche), che sin dal loro apparire si sono distinte per precise caratteristiche. Innanzitutto il portare su un palco la musica dei loro idoli rispettando lo "spartito", come per la musica classica, suonandola nota per nota e sempre con la stessa fedelissima strumentazione. E poi, il saper evocare l'immagine e le atmosfere dei live show originali, e incarnarne lo spirito senza mai scadere in imitazioni estetiche. Uno sforzo apprezzato dai fan, sia durante i concerti che attraverso riconoscimenti pubblicati sui social. Le band citate, quindi, sono le prime, storicamente. Ci perdonino, quindi, tutte le altre.

I veri pionieri in Sardegna, i primi a credere nella trasformazione e nel travestimento dei miti della musica sono stati i Vaghi, una band di Cagliari e del Medio Campidano che si esibisce fin dal Duemila proponendo uno spettacolo sulla storia dei fantastici quattro scarafaggi di Liverpool. La mattina sono semplici professionisti e impiegati. Al tramonto si trasformano e si travestono in miti della musica, che dominano dal palco centinaia - a volte anche migliaia - di persone, che con loro si fanno selfie e cantano a squarciagola, come se fossero davvero davanti ai loro eroi. Gabriele Grecu (chitarra - armonica - voce, alias John Lennon), Marcello Ibba (basso - voce, Paul McCartney), Giacomo Dessì (chitarra - voce, alias George Harrison), Mauro Vacca (batteria - voce, alias Ringo Starr) e Mario Dinaro (tastiere, alias Billy Preston, il "quinto" Fab Four) non vogliono definirsi "imitatori" né "sosia", ma semplicemente "interpreti appassionati. Abbiamo cominciato per gioco", dice Mauro Vacca. "Ci siamo esibiti la prima volta a una festa della musica a Samassi, utilizzando gli abiti di scena, e da quel momento abbiamo cominciato a studiare per riprodurre in maniera sempre più precisa e puntuale l'immagine dei Beatles". Vent'anni di studio, di concerti, spettacoli ed esibizioni: con quella straordinaria e scenografica sulla terrazza in piazza Yenne, a Cagliari, proprio come fecero i Beatles sul terrazzo della Apple 50 anni fa.

Il punto più alto della carriera dei Vaghi, forse, si tocca nel 2005, quando il gruppo registra il cd "The Abbey Road Session" contenente 11 cover dei Beatles, nel tempio degli Abbey Road studios di Londra.

Un anno dopo i Vaghi, nel 2001, sulla scena irrompono i Riff Raff, formazione cagliaritana (tutti cresciuti nel quartiere di Is Mirrionis) che ricalca le orme dei mitici Ac/Dc: Marco Xaxa, (chitarra solista, alias Angus Young) si unisce a Giorgio Marras (in arte George Young, chitarra ritmica), Angelo Mirigliani (Angel Johnson, voce), Paolo Flore (alias Paul Rudd, batteria), Leo Bitti (Leo Williams, basso). "Tutto nasce dal grande amore per la musica degli Ac/Dc", spiega Paolo Flore. "Curiamo tutto lo spettacolo in modo maniacale, dal suono alla presenza scenica, dalla parte strumentale e quella visiva. Ogni anno facciamo una trentina di serate, concentrate soprattutto nel periodo estivo. Negli anni siamo riusciti a farci apprezzare".

Verissimo. Basta assistere a un concerto dei Riff Raff per rendersene conto: la band propone i classici degli Ac/Dc da "High Voltage", album d'esordio, sino ad arrivare a brani eseguiti come sul live "If you want blood-you got it ", "Highway to hell", passando per "Back in black", "The "razor's edge", "Ballbracker" senza dimenticare "For those about to rock". Sono straordinari i Riff Raff. Non fosse altro che per la potenza, inaudita, della loro musica. No, non si parla di volume, di elettricità, quella è roba per chi cerca di coprire con i watt il vuoto delle emozioni. Si parla di forza, di passione, di energia, quella che li ha spinti a quasi vent'anni fa e che li tiene vivi ancora oggi, quella che li ha portati a realizzare centinaia di spettacoli di successo, riproponendo un suono inconfondibile. Niente a che vedere con il mainstream pop fatto di canzoni dolci, di chitarre acustiche, di ballate (per carità, belle e apprezzabili anche quelle). Ma, davvero, un'altra cosa. "Facciamo tutto solo per passione", dicono. E, sotto il palco, si vede. L'energia sprigionata dalla band cagliaritana, è tale che alcuni sostengono che "se chiudo gli occhi posso sentire esattamente gli Ac/Dc".
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