Ventisei brani, suoni e parole per raccontare la vita di Pink, l'artista fittizio che è un po' Roger Waters e un po' Syd Barret. Ventisei tracce per un capolavoro della musica pop: "The Wall", l'undicesima fatica discografica dei Pink Floyd che vedeva la luce il 30 novembre del 1979.

Sono passati quarant'anni e quelle canzoni sono più vive che mai. La band ha suonato per l'ultima volta nel 2005, ma i suoi componenti, in particolare David Gilmour e Roger Waters nei loro tour propongono numerosi brani di quell'album.

LA GENESI DELL'ALBUM - Il bassista qualche tempo fa, intervistato da Radio Virgin, emittente che trasmette quasi esclusivamente musica pop e rock, ha raccontato la genesi dell'album. "Il concetto iniziale è nato nel 1987 quando stavamo facendo il tour di "Animals" - ha ricordato Roger Waters - già dal 1975 ho cominciato a sentirmi in maniera differente quando facevamo i nostri spettacoli. Mi sentivo alienato dal pubblico in molte occasioni. Quindi buttai giù quest'idea sul retro di una busta da lettera o di un piccolo pezzo di carta, disegnai un muro. E dopo ne cominciai a parlare alle persone: perché non fare uno show rock con un muro tra noi ed il pubblico in modo che non ci possano guardare, anzi all'inizio pensavo che non ci dovessero neanche sentire". Il musicista, reduce dai recenti trionfi del tour mondiale seguito alla pubblicazione dell'album "Us and them", ha affermato che farà ancora un altro disco. "Sarà l'ultimo", ha detto Roger Waters. Dopo una sosta per registrare le nuove canzoni ritornerà sui palchi.

RECORD DI VENDITE IN TUTTO IL MONDO - Un muro di mattoni bianchi: si presenta così la copertina di un album che ha venduto 44 milioni di copie in tutto il mondo, di cui un milione in Italia (dove nessun artista straniero e riuscito a fare di meglio). Un lavoro decisamente diverso rispetto al precedente "Animals". Solo in seguito, nella ristampa, compariranno nella cover nome della band e titolo del doppio 33 giri. "The wall" è un concept album. Racconta una storia in musica. La storia di Pink e dei suoi turbamenti. Un'infanzia difficile, il successo come rockstar, i legami familiari, le droghe, il disagio mentale. "The Wall" non è altro che un muro psicologico. I mattoni presenti nella copertina dell'album crollano sul palco durante le esibizioni dal vivo e regalano un'emozione fortissima grazie alle scenografie ad alto tasso tecnologico.

L'album, prodotto da Bob Ezrin, apre una nuova fase per la band inglese. Rispetto ai dischi precedenti cambiano stili e arrangiamenti. David Gilmour, Roger Waters e Nick Mason, lavorano con un folto gruppo di musicisti e tecnici e gli sforzi vengono ripagati con un grande successo di vendite.

Catalogato frettolosamente come album progressive, nel tempo si è rivelato qualcosa di più complesso. Un disco dalle mille sfaccettature. Curiosamente nella line up della band non compare il tastierista Richard Wright, (che però sarà presente nel tour come turnista). Era stato cacciato via proprio da Waters poco prima che la band entrasse n studio di registrazione.

IL SINGOLO ''ANOTHER BRICK IN THE WALL'' - "The Wall" ha raggiunto il primo in classifica in tutto il mondo, tranne in Italia, dove la band inglese non riuscì a scalzare Lucio Dalla dal gradino più alto del podio della hit parade.

Quaranta anni fa, proprio in questi giorni, usciva il singolo che anticipava la pubblicazione dell'album. Si tratta di "Another brick in the wall", probabilmente uno dei brani più conosciuti della band: un successo planetario, come si dice in questi casi. Stessa sorte anche per numerosi pezzi presenti nel disco, come "Mother", "In the flash", "Goodbye cruel world" e la straordinaria "Confortably numb", amatissima dai fan più incalliti e dai chitarristi di tutto il mondo per l'assolo di David Gilmour.

IL FILM DI ALAN PARKER - A tre anni di distanza dalla pubblicazione del disco la storia di Pink approda al grande schermo. Nel 1982 esce "Pink Floyd - The Wall" diretto dal regista Alan Parker. Il film ottiene un grande successo grazie anche all'apporto del disegnatore Gerald Scarfe che cura l'animazione. La colonna sonora comprende non solo brani contenuti nell'album, ma anche canzoni e musiche composte per l'occasione. Tra gli ospiti c'è Bob Geldof, già voce dei Boomtown Rats e futuro organizzatore (insieme a Midge Ure degli Ultravox) del Live Aid, il grande concerto che si è tenuto il 13 luglio del 1985 a Londra e Philadelphia. Uno show che non vide la partecipazione dei Pink Floyd. La band era ufficialmente sciolta. Partecipò all'evento soltanto David Gilmour, che accompagnò Brian Ferry alla chitarra. La formazione inglese tornò sul palco dopo 20 anni in occasione del Live 8 a Londra. Sul palco c'era anche il tastierista Richard Wright, scomparso nel 2008 all'età di 65 anni.

La copertina del disco
La copertina del disco
La copertina del disco
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