«Perché abbiamo scelto quel nome, EllioT (sì, proprio con la T finale maiuscola)? Testimonia la nostra passione per il cinema», racconta Cristina Melis.

Elliot è il bambino di nove anni che diventa l'amico di "Et l'extraterrestre". Eppure la compagnia EllioT di cui lei fa parte insieme a un'altra sessantina di persone fa tutt'altro. Si è specializzata nel musical. Una passione nata quasi per caso. E proprio per "colpa" del cinema. «Nel 2007», riprende, «un'amica andò a vedere Hairspray: mi chiamò e mi disse "Tracy è uguale a te. Decisi di andare a vedere il film e, lì per lì, non la presi benissimo. "Ha detto che è uguale a me perché sono grassa?, pensai. Poi, guardando il film, mi resi conto che, in realtà, non intendeva assolutamente quello. Me ne innamorai e decisi che valeva la pena di portarla in scena».

Albori che meritano di essere raccontati. Ma, prima vale la pena fare un salto nel presente. Anzi, nel futuro. Il 24, 25 e 26 gennaio, la compagnia EllioT porterà in scena al Conservatorio "The movie time machine". Di che cosa si tratta? La sceneggiatura originale, scritta da Massimiliano Defraia, batterista cagliaritano, musicista e cinefilo, è un viaggio musicale nel cinema, attraverso la tecnologia: Silvia e Marco, con una macchina misteriosa, la Mtm, vivranno un'avventura che, prosegue Melis, «coinvolgerà la platea in un tripudio di scene fuori dal tempo, interamente interpretate, suonate e cantate dal vivo da una squadra di sessanta performers che si muoveranno sul palco verso un finale inatteso ed esplosivo».

Lei davvero crede molto in questo nuovo progetto. «The Movie Time Machine - A cinematic musical è un musical adatto a tutti, con diversi livelli di lettura e apprezzamento, dall'adolescente con gusti nerd alla fascia di pubblico cinquantenne, a cui tante ambientazioni di Mtm strizzeranno l'occhio. La storia, che conserva l'impianto della fiaba, lascerà i bambini incantati, mentre il pubblico hi-tech sarà attirato dal ruolo della tecnologia nella sceneggiatura».

La dimostrazione che la compagnia EllioT è diventata grande. Quanto sono lontani quei tempi in cui quattro, cinque appassionati decisero di mettere in scena "Hairspray". «Iniziammo subito i casting. Ma, prima di cimentarci in una cosa così difficile, decidemmo di partire con qualcosa di più semplice». Nacque "Welcome to the music", una sorta di viaggio tra i musical più famosi, da "Jesus Christ superstar" a "Sister act". La compagnia era pronto e decise di portare in scena "Fat is beautiful", adattamento di "Hair spray".

Un sogno che rischiò di trasformarsi in un incubo. Perché, in maniera assolutamente inattesa, dopo che alcune parti dello spettacolo furono pubblicate sul web, la compagnia ricevette pesantissime critiche dagli Stati Uniti. «Scoprimmo l'esistenza del black face». Dall'altra parte dell'Atlantico, dipingere i volti di nero per interpretare un afroamericano è considerata una pratica razzista. Le stesse polemiche, per intendersi, seguite, qualche settimana fa, alle imitazioni (o, forse è il caso di dire, caricature) fatte da cantanti bianchi di famosi artisti neri. «Fu un durissimo colpo per noi. Anche perché le nostre intenzioni erano diametralmente opposte: in fondo, il lavoro si conclude proprio con messaggio che promuove il multiculturalismo». Cosa che Melis - ma non solo lei - fa nella vita di tutti i giorni: libera professionista nella formazione e nel coaching, lei, per esempio, ha portato avanti nelle scuole una serie di progetti legati all'integrazione, in particolare dei bambini rom. Ma perché non "ingaggiare" direttamente qualche migrante? «Per un periodo è venuto un giovane senegalese. È stato costretto ad abbandonare molto presto perché la sua "casa", condivisa con altri connazionali, era un'auto che, ogni notte, si fermava in un parcheggio sicuro. Venendo da noi, avrebbe rubato qualche ora di sonno agli amici. E decise di abbandonare».

Per evitare, comunque, qualunque rischio, la scelta di non truccare più nessuno. Anche se gli spettacoli continuano a mantenere la loro filosofia: sul palco gli attori, i ballerini e i musicisti si esibiscono dal vivo. «Siamo una compagnia amatoriale ma vogliamo fare le cose in maniera professionale». E così sarà, garantiscono, anche per gli spettacoli di gennaio prossimo.
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