"Berchidda sarà il luogo in cui la gente piange, si emoziona, si sposa, si fidanza e, perché no... si 'sfidanza'".

Paolo Fresu nasconde a stento l'orgoglio di presentare il programma del festival Time in Jazz, uno degli appuntamenti più attesi dell'estate in Sardegna, che quest'anno andrà in scena tra il 7 e il 16 agosto: "Vi sveliamo il calendario oltre cinque mesi prima, perché si capisca quanto lavoro c'è dietro a una manifestazione che tutti noi amiamo".

Giunto alla 32esima edizione, anche quest'anno il festival si prospetta ricco e assortito, con una quarantina di eventi musicali non solo nella grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, ma anche nei boschi e nelle casette campestri intorno al paese e in altri venti comuni, da Arzachena a Ploaghe passando per Cheremule e Telti.

Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (foto Us)
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (foto Us)
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura (foto Us)

Tra gli ospiti internazionali, scandisce il trombettista, ci saranno artisti del calibro di Omar Sosa e Yilian Cañizares, ma si andrà anche oltre il jazz. Ecco quindi la regina della musica italiana, Ornella Vanoni, il liscio dell'Orchestra Mirko Casadei ("Ho cominciato a fare musica con il mito di Raul Casadei", ricorda nostalgico Fresu) il duo Fantafolk di Vanni Masala e Andrea Pisu e i dj set di Dj Rocca.

E poiché la "follia è di casa a Berchidda", sorride il famoso jazzista, ci sarà anche un debutto importante in questa edizione, con una produzione del Teatro Stabile di Bolzano: "Tempo di Chet. La versione di Chet Baker". Uno spettacolo per rievocare il jazzista per eccellenza, maledetto e leggendario.

Senza dimenticare la fotografia, protagonista di quest'anno in due mostre, la letteratura, con la presentazione di libri dedicati a Time in Jazz e alla musica, e l'ambiente, "perché il nostro sarà, e lo dico con vanto, un festival a impatto zero".

Nella cornice dell'atelier di Antonio Marras, a Milano, tra le creazioni dell'artista algherese, Fresu si racconta a unionesarda.it.

Berchidda, edizione numero 32, con uno slogan: "Nel mezzo del mezzo". Che cosa significa?

"È un piccolo gioco di parole: ci troviamo tra il "semiperfetto" 30 e il "perfetto" 33, l'anno della maturità, il numero che indica l'inizio e la fine delle cose. Il 32 è un numero a metà strada, come la nostra Sardegna, terra di mezzo tra il Mediterraneo e ponte ideale tra l'Africa e l'Europa. Ci sembrava importante raccontare questa dimensione, e non a caso daremo inzio al festival con un'immancabile 'concertazione navale': sarà la Funky Jazz Orchestra ad aprire le danze a bordo di un traghetto della Corsica Ferries-Sardinia Ferries in viaggio dal 'continente', ossia il porto di Livorno, alla Sardegna, e precisamente Golfo Aranci. Anche se l'inizio simbolico sarà un altro".

Un momento delle precedenti edizioni foto Us)
Un momento delle precedenti edizioni foto Us)
Un momento delle precedenti edizioni foto Us)

Quale?

"All'Agnata, la tenuta a Tempio Pausania scelta da Fabrizio De André come buen retiro, sempre nella giornata inaugurale del 7 agosto Danilo Rea rinnoverà un must di Time in Jazz, con un concerto dedicato alla musica di Faber nel giorno del ventennale della sua morte. È grazie a questa iniziativa, che si ripete da qualche anno, che De André, ormai nell'immaginario collettivo per tanti motivi, è entrato a far parte del patrimonio jazzistico, con tanti musicisti del genere che sulla scia di Danilo Rea lavorano sulle sue note. Alla fine, proprio all'Agnata, sarà proiettato il documentario di Gianfranco Cabiddu, 'Faber in Sardegna'".

Teatro della manifestazione sarà anche la Casara, luogo che una volta era dedicato alla produzione e vendita di prodotti caseari e che oggi è la vostra "casa". Come mai?

"Lo considero un omaggio doveroso ai nostri pastori. L'ex caseificio della Casara è il simbolo della crisi del settore. Fino agli anni Duemila è stato un luogo emblematico per la società e l'economia berchiddese, con circa 350 soci. Poi i tempi sono cambiati, la cooperativa è fallita e questo ha lasciato una ferita profonda nella nostra comunità. A Berchidda oggi il formaggio non si produce più. È un dolore per uno come me, figlio di allevatore. Per questo con Time in Jazz abbiamo cercato di dare alla Casara una nuova vita".

In che modo?

"L'abbiamo restaurata e trasformata nella nostra sede. Oggi quel posto, su cui ancora si ergono le grandi caldaie, è diventato un teatro. Da un luogo in cui si produceva formaggio oggi si produce cultura. È l'economia che si trasforma e dobbiamo prenderne atto. Anche se, e questa è un'altra storia, la vertenza dei pastori ancora non si è risolta. Noi sappiamo da che parte stare, e non a caso abbiamo tappezzato l'edificio con gli striscioni: 'Io sto con i pastori'".

Fresu tra le vigne (foto Us)
Fresu tra le vigne (foto Us)
Fresu tra le vigne (foto Us)

Nel vostro programma avete reso protagonisti anche i migranti.

"Certo, i migranti e le loro variegate culture. Non possiamo dimenticare quello che sta accadendo nel nostro Mediterraneo. Non possiamo dimenticarlo proprio perché siamo sardi, e ci troviamo al centro di questo mare. Per noi è importante dare un segnale forte. E così, nell'ottica dello scambio e della condivisione dei saperi, abbiamo coinvolto giovani immigrati e richiedenti asilo, sulla scia di quanto fatto l'anno scorso quando i migranti che facevano parte dei centri di accoglienza di Sassari e di Castelsardo hanno messo in piedi una 'Street falegnameria'".

Ossia?

"I berchiddesi portavano per strada vecchi mobili e vecchie sedie e loro li restauravano in modo estremamente creativo. Quest'anno proseguiremo questo percorso, laddove i migranti, guidati dal percussionista Jacopo Cadeddu, interagiranno con la Funky Jazz Orchestra, nella versione 'Migrant reloaded', sia nelle parate per le strade di Berchidda che in traversata sulla nave della Sardinia Ferries. Sarà un'esperienza meravigliosa, ne sono certo".

Angelica D'Errico

(Unioneonline)
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