Il 21 febbraio del 2014, un incidente stradale in via Valle del Formale, all'altezza del centro sportivo, a Zagarolo vicino a Roma, stroncava per sempre la vita di Francesco Di Giacomo, voce del gruppo progressive rock "Banco del Mutuo Soccorso" e simbolo di una generazione che avrebbe voluto cambiare il mondo con ideali che oggi sembrano mera utopia.

"La Libertà, quando arriverà, avrà un vestito semplice" è l'ultima frase scritta in calce da Francesco, 67 anni, prima di mettersi alla guida della sua autovettura.

Uno scontro frontale che lo ha strappato per sempre alla vita terrena e all'affetto dei suoi cari, ma non ha cancellato l'immortalità della sua arte e il ricordo di una persona che nel corso degli anni ha saputo ricamare musica e innestare parole, filtrandole attraverso una lunga e folta barba.

Francesco Di Giacomo era un musicista dall'animo buono, puro, che attraverso la sua inconfondibile voce vibrante e cristallina ricamava storie di vita, libertà e fantasia. Era nato a La Caletta, una frazione di Siniscola, in Sardegna, il 22 agosto del 1947. All'età di 5 anni si trasferisce a Roma con tutta la famiglia. Ha avuto delle importanti esperienze nel mondo cinematografico, partecipando a quattro film di Federico Fellini: "Satyricon" del 1969, "Roma" del 1972, "Amarcord" del 1973 e "Clowns" del 1970.

Nel 1971 incontra Vittorio Nocenzi, con il quale consolida un'importante amicizia e mette in piedi uno dei più importanti gruppi progressive italiani e internazionali: Banco del Mutuo Soccorso.

A distanza di cinque anni esatti dalla scomparsa di Francesco, è stato pubblicato l'album di inediti dal titolo "La Parte Mancante", che raccoglie canzoni scritte tra il 2004 e il 2012 con il pianista Paolo Sentinelli.

Un vinile nato grazie ad Antonella Caspoli, compagna di Francesco, e il sopracitato Paolo, che raccoglie i brani rimasti per un lungo periodo nel cassetto.

Francesco Di Giacomo e Paolo Sentinelli erano molto amici e parlavano di tutto: politica, attualità, musica. Si confrontavano su tutto e poi mettevano in musica il frutto delle loro lunghe conversazioni, che spesso finivano in un taccuino per non essere dimenticate qualora ci fosse stato un interesse nel riprendere quell'argomento specifico.

Angelo Barraco
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