"Nessuno conosce la mia vera storia, non voglio essere un buon esempio, lo sono già".

In un lungo post su Instagram Achille Lauro sembra rispondere a tutte le critiche piovutegli addosso durante il Festival di Sanremo per il suo "Rolls Royce".

Il 28enne romano è stato attaccato da più parti perché il suo brano è stato considerato un vero e proprio inno alla droga e in particolare all'ecstasy.

E l'artista controbatte raccontando una parte della sua storia sui social: "Sono figlio di gente onesta, il secondo di due fratelli. Mia madre è sempre stata una persona altruista, generosa, longanime. Abbiamo vissuto con altri bambini perché lei prendeva in casa figli di famiglie in difficoltà, anche quando possibilità non ne aveva. Siamo figli di chi ha dedicato tutta la propria vita al lavoro, a cui tuttavia per tanti anni nessuno ha mai riconosciuto nulla".

Poi l'ammissione: "Oggi ho pagato per riavere i gioielli che mia madre aveva impegnato. Quei gioielli che sua madre le aveva regalato erano l'unico ricordo che conservava di lei. La generosità che mi è stata insegnata è la mia più grande ricchezza".

Achille Lauro non si è classificato nemmeno fra i primi tre del Festival, ma la sua canzone è risultata essere la terza più ascoltata in Italia nella piattaforma musicale Spotify. Nella serata dedicata ai duetti si è esibito con il fondatore dei Bluvertigo, Morgan, riscuotendo grande successo.

(Unioneonline/M)
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