Non cercate di stuzzicarlo.

Non cercate di cavargli di bocca una battuta politica, di usare chissà con quali fini la sua storia di figlio di un egiziano, di fargli dire che cantare in arabo a Sanremo è stata una provocazione in questi tempi.

Non provateci, perché con grande, grandissima eleganza, vi dirà che lui con la politica, in questo momento, non c'entra assolutamente nulla.

Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, mamma sarda e papà egiziano non vuole essere strumentalizzato.

"Sono italiano, al 100%", dice ai giornalisti, che gli chiedono addirittura un commento sulla polemica dei migranti tra Claudio Baglioni e Matteo Salvini. E se avesse vinto Ultimo? Lo avrebbero chiesto anche a lui?

"Io sono italiano, nato e cresciuto a Milano da mamma sarda e papà egiziano. Non mi sento tirato in causa. Nel brano ho messo una frase araba che è un ricordo della mia infanzia".

Volete dire che è l'esempio vivente che l'integrazione può funzionare? Va bene, ditelo, ma non sia questa la lettura del suo trionfo. All'indomani di questa sorprendente vittoria, che lo ha visto scavalcare il gran favorito, Ultimo, Alessandro vuole essere giudicato solo per la sua musica.

Nel bene o nel male, su questo sentitevi liberi.

Angelica D'Errico

(Unioneonline)
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