Claudio Baglioni arriva in conferenza stampa sereno e disteso.

Dà elegantemente il braccio a Virginia Raffaele, scherza con i fotografi insieme a Claudio Bisio ("quale Claudio volete?"), sorride e saluta tutti calorosamente. Ormai è abituato alla "macchina da guerra" che è il Festival di Sanremo, visto che è il suo secondo anno al timone, e poi alla vigilia, dice, non ha più nulla di cui preoccuparsi: "A questo punto, ho fatto tutto quello che potevo fare".

E' vero che le canzoni ci sono e sono (per la maggior parte) belle, ma purtroppo per lui il Festival non è solo quello. Dopo la polemica sulle dichiarazioni - per qualcuno (il ministro dell'Interno in primis) troppo "spinte" - sull'immigrazione, la direttrice di Rai1, Teresa De Santis, liquida la questione definendo la diatribe "scaramucce politiche".

Tra lei e Baglioni, garantisce, c'è "sempiterna amicizia". Nessuna rotta di collisione, solo una voce quella secondo cui avrebbe detto: "Mai più lui a Sanremo, finché ci sono io". "Non abbiamo avuto screzi", scandisce lei, mentre lui le regala un mazzo di rose gigante.

Chiuso quel capitolo, a pesare ancora è il caso conflitto di interessi, sollevato da Striscia La Notizia, che ha accusato Baglioni di aver favorito i cantanti che sono rappresentati, come lui, dalla società di eventi live Friends & Partner.

(Ansa)
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"Alla luce della mia esperienza - lo difende la De Santis - posso dire che la produzione culturale e musicale vive anche di contiguità. Anzi in tanti casi fa tesoro della contiguità. Spesso si riescono a realizzare grandi eventi, penso al Live Aid, grazie proprio alle filiere amicali. Nel caso di Claudio, quando si fa un contratto con un artista vivente e operante non si può pensare che non abbia rapporti con la filiera. Non credo proprio che un artista con 50 anni di carriera voglia buttarli alle ortiche per finire nelle strettoie delle macchinazioni".

Qualche giornalista in sala, poco soddisfatto dal concetto di "contiguità" cercherà poi di risollevare la questione e sarà messo a tacere con un "Abbiamo già ampiamente risposto".

Si va avanti con la replica all'accusa di "sovranismo" e "autarchia", piovuta dal cielo perché gli ospiti sarebbero quasi tutti italiani, da Luciano Ligabue a Eros Ramazzotti, passando per Giorgia ed Elisa. "Voglio solo sottolineare la nostra identità culturale", dice Baglioni e comunque "Bocelli e suo figlio sono artisti internazionali".

Infine l'ultimo definitivo secchio d'acqua sul fuoco: "Non sarà un festival politico, almeno non nell'accezione che qualcuno poteva pensare. Sarà un festival basato sulle canzoni". Amen.

Claudio Baglioni fra Virginia Raffaele e Claudio Bisio (Ansa)
Claudio Baglioni fra Virginia Raffaele e Claudio Bisio (Ansa)
Claudio Baglioni fra Virginia Raffaele e Claudio Bisio (Ansa)

Quanto al trio alla conduzione, va detto, almeno per ora non sembra granché affiatato.

Virginia Raffaele è silenziosa, risponde solo alle domande e si lascia andare a una sola battuta: "Si può dire canna?", chiede Baglioni. "Si può dire, ma non si può fare" risponde lei.

Anche Bisio parla poco, e si inalbera quando gli viene chiesto se parlerà di temi di attualità: "Non parlerò di migranti, né del buco dell'ozono. Non parlerò nemmeno della Juve e dei rigori non dati, giuro". Ti crediamo.

Angelica D'Errico

(Unioneonline)

BAGLIONI IN CONFERENZA STAMPA:

IL PRIMO RED CARPET:

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