La terra ferita dalle nostre azioni ci presenta un conto ogni giorno più salato: devastazioni costiere e non solo, città immerse in un inquinamento che comporta costi pesanti in termini di vite umane, una folle urbanizzazione che si mangia la campagna, i ghiacci che si sciolgono velocemente, il mare con sempre meno ossigeno e sempre più plastica. Continuando di questo passo, saremo destinati all'estinzione, come recita il titolo del nuovo spettacolo che Angelo Pintus ha presentato in questi giorni in Sardegna. "Destinati all'estinzione" è andato in scena prima a Sassari e poi a Cagliari: date, tutte quante, sold-out.

Uno spettacolo in cui naturalmente si è riso molto, ma che ha offerto anche numerosi spunti di riflessione su dove sta andando il mondo, e noi con lui. «Il titolo racchiude la fine che faremo se non cambiamo, e anche in fretta, i nostri comportamenti. Pensiamo a quello che sta accadendo nel nostro Paese, e perché accade», ci racconta il comico, padre sardo e madre ligue: "Nello mio show parlo un po' di tutto: dall'utilizzo ossessivo che facciamo del cellulare, fino alla scoperta dell'acqua su Marte".

I suoi spettacoli registrano da tempo bagni di folla: come spiega il successo raggiunto?

"Onestamente non me lo spiego. Però mi piace".

E per mantenerlo, cosa fa?

"È fondamentale cambiare, senza riciclare qua e là cose che hai già detto o fatto".

È diventato quello che voleva diventare?

"Diciamo che siamo sulla strada giusta. Più di tutto ho sempre amato gli spettacoli dal vivo, il contatto diretto con il pubblico".

Teme la non risata?

"Altroché, è un terrore quotidiano. I primi minuti sono fondamentali, se superi quelli, diventa tutto più facile. Quando arrivo in teatro, penso sempre la stessa cosa: speriamo!".

Chi sono stati i suoi punti di riferimento?

"Quando ero piccolo venivo in vacanza in Sardegna e consumavo le cassette di Benito Urgu. Crescendo ho amato molto Beppe Grillo e Fiorello, con i quali ovviamente non ho niente in comune. Ancora oggi li ammiro come un tempo. Mi siedo e li guardo".

L'Italia è l'unico Paese al mondo dove un comico ha fondato un movimento politico che è andato al governo.

"Sì, ma non dimentichiamoci che un ex attore negli Stati Uniti è diventato presidente. Chissà, magari da noi tra qualche anno presidente della Repubblica diventerà Fabio de Luigi".

Suo padre è di Osilo: cosa ha ereditato da lui?

"Tante cose, ma soprattutto, la testardaggine".

C'è qualcuno a cui deve dire grazie?

"Sì, a un professore che avevo alle medie. Mi disse: dedicati agli spettacoli che è meglio. Aveva visto bene".

Va a vedere quelli dei colleghi?

"Certo. Non ho mai sofferto di invidia e cose di questo tipo. Penso che andare a vedere ciò che fanno gli altri, sia importante per chi fa questo mestiere, altrimenti rischi di rinchiuderti nel tuo mondo e non uscire da lì".

Non le sembra che i cieli della televisione siano affollati da meteore della comicità?

"Il problema è che oggi si passa da YouTube alla tv, ma non dovrebbe essere così. Fare la gavetta è fondamentale. Che poi uno si esibisca in una pizzeria o da un'altra parte, poco importa. Invece ora si salta da casa al piccolo schermo. Tutto è diventato veloce. Nella mia vita ho fatto anche l'animatore ed è stata una buona palestra. Lavoro da 25 anni".

Impegni televisivi all'orizzonte?

"Per due anni no. Al teatro, adesso, dedico tutta la mia energia".

Carlo Argiolas

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