È una notte d'estate del 1990, quella in cui la Nazionale viene eliminata dall'Argentina ai rigori.

Qui comincia l'avventura di tre giovani aspiranti sceneggiatori che si trovano - loro malgrado - sospettati dell'omicidio di un importante produttore cinematografico.

È l'incipit di "Notti magiche", il film di Paolo Virzì che ha chiuso ufficialmente la 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma.

"Mentre l'Italia è incollata alla tv a guardare la semifinale dei Mondiali c'è un'auto che vola nel Tevere. Mi sembrava un bellissimo inizio - dice Virzì - per fare una specie di noir, raccontare il cinema di quegli anni e fare anche un affresco, una galleria di ritratti, e alla fine anche un discorso su che cosa voglia dire raccontare una storia".

"Era un'altra Italia, un'altra Roma, che portava con sé anche il conflitto tra uomo e donna. Sono temi che si ripropongono e anche se oggi siamo in una società meno maschilista, il cinema italiano è stato molto maschile".

La kermesse quest'anno è stata vinta da "Il vizio della speranza" di Edoardo De Angelis.

(Unioneonline/D)
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