C’è il Nitro che abbiamo imparato a conoscere e quello che in prospettiva pensavamo che arrivasse a essere, ma c’è anche dell’altro in questo nuovo album, messo su una rampa di lancio che lo libererà venerdì 12 gennaio.

E quest’altro, in "No Comment" (questo il titolo che Nitro ha dato al suo lavoro) è tutto ciò che il rapper veneto della “famiglia sarda” Machete ha saputo mantenere come elemento in più. Ovvero una scrittura ancor più compiuta, che annusa la propria maturità e la insegue. Senza strappi né drammi, ma con la naturalezza di un ragazzo dalla lingua tagliente che conosce bene i propri mezzi e sa come usarli.

E "No Comment" è tutto tranne che la mancata voglia di dire qualcosa, di commentare appunto, di venire allo scoperto.

"Questo è un disco in cui sono uscito un po’ fuori dal discorso dell'Io", dice Nitro (che sarà ad Olbia per l'instore tour il 28 gennaio, alla Feltrinelli dell’aeroporto), un po' impacciato quando si tratta di parlarsi addosso e un po' - giustamente - orgoglioso per la qualità del disco appena chiuso.

"Ora guardo fuori da me stesso, da una persona che – si spera - sta diventando adulta. Siamo in continuo cambiamento ed evoluzione, senza forzature".

IL CAMBIAMENTO - E lui, che fa in questo cambiamento? "Io scrivo, il cambiamento viene da sé. Non sai mai cosa può succedere poi e, anzi, per quanto mi riguarda questo potrebbe essere anche il mio ultimo disco rap, chi lo sa".

Forzatura, tipica, alla Nitro.

Ma il senso è chiaro: al flow, alla scrittura, alle rime non si mette la briglia, semplicemente perché è una cosa che non si fa. Pena il prosciugamento dell'ispirazione, del guizzo che a lui – ancora una volta – non manca.

Sì, perché anche in "No Comment" – che è già una delle uscite di punta della Machete per il 2018, vista la presenza alla presentazione di gran parte della crew, da dj Slait a Manuelito "Hell Raton", fino a Salmo e il producer Low Kidd (tutti hanno messo mano nella massa del disco) – Nitro fa la parte del leone.

Nitro
Nitro
Nitro

A cominciare dai singoli usciti in anteprima – ovvero "Buio Omega" e "Infamity Show” – per continuare con "pezzoni" come "Last Man Standing", la matura "Ho fatto bene", "Chairaggione" con Salmo e "V!olence", il brano – dice – "più controverso dell’album".

LA VISIONE - "Qui ho fatto delle scelte stilistiche ben precise. Non capisci chi è il soggetto, se la polizia, i terroristi o l'istinto di autodistruzione. Anche nel passaggio in cui dico 'Uccidili tutti'. Sono solo due parole, ma la mia opinione è che a generare la violenza di cui parlo è la confusione generata dai tempi che stiamo vivendo. Non sai da dove arrivano certe notizie, non sai se sono vere o sono dei fake, ma ti fanno venire voglia di essere violento".

E, legato a questa visione, c’è anche il pensiero che ha dato la spinta al titolo. "Stiamo raggiungendo il punto di massa critica di informazioni, che ci vengono vomitate in faccia a velocità incredibile. Io vorrei ristabilire un contatto più umano. Volevo mettere la musica prima di tutto e ridurre al minimo la cornice, mantenendo il mio legame, vero e onesto, con le persone che mi supportano e chi mi ascoltano".

In questo senso, "'No Comment' è solo la superficie, dove affermo che non ho niente da dire dire perché in verità voglio scavare sotto quella stessa superficie. Avrei potuto chiamarlo 'Senza titolo', ma non sarebbe stato altrettanto efficace".

I FEATURING - Nel disco ci sono alcuni featuring, ma in numero misurato e "con pochi intimi": Salmo, Madman, Dani Faiv e Lazza.

"Nei dischi le cose succedono, e altre semplicemente non succedono. Non sai mai come finirà perché non sai mai come l’idea iniziale si evolverà. Ho scelto le persone con cui ho empatia, non posso lavorare con uno che mi sta sulle palle. In futuro mi piacerebbe fare cose insieme a Noyz Narcos, Axos, Guè Pequeno con cui ho già collaborato ma vorrei farci un pezzo da solo, oppure Tedua.

E il resto della scena? "Non la vedo così male, grazie a Dio che c'è questa attenzione costante sul rap, ma... C'è sempre un 'ma'. Un problema non solo della musica. La superficialità nella musica c’è perché c'è superficialità nella gente, è un riflesso".

LO SPIRITO - Poi però il senso del nuovo Nitro, oltre che nelle canzoni – si ascolti per esempio "Last Man Standing" -, c’è nel senso del rapporto con i fan, per cui – afferma, e lo ribadisce anche nel pezzo con Salmo – "c’è il fan tipo, persone che pretendono da te la foto, che tu risponda ai commenti sui social. Però non pretendono che dici cose vere nei dischi, o che non usi il playback. Questo non lo pretendono", dice pensando alla propria evoluzione e a una vocazione che ne continua a forgiare lo spirito. Per sua fortuna, e per la nostra.

Marco Castrovinci
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