Si era rifatto vivo poco prima dell'estate scorsa, Entics. Con un singolo tutto da ballare come "Revolucion", con atmosfere caraibiche, solari, leggere come le vacanze, "un brano che puntava apertamente ad andare in radio", racconta. Ora invece mette tutto quell'immaginario da parte e ritorna con un disco come "Purple Haze", fatto di determinazione, minimalismo e nostalgiche visioni di un passato che torna a parlare di noi. Di lui (che di nome fa Cristiano, di origini sarde: il nonno era di Quartu Sant’Elena), della sua generazione di trentenni, della sua voglia di essere finalmente adulti. Dodici canzoni guidate da un'idea comune e dal sound compatto, molto hip hop e molto r'n'b.

Che disco è "Purple Haze"?

"È un album concettuale, che ha un filo conduttore solido. Se 'Revolucion' era un momento ispirato da un mio viaggio a Cuba che serviva per dimostrare che so fare anche quel tipo di canzoni, qui non c'è nulla di frivolo".

Sta rinnegando quel brano?

"No, assolutamente. Ma è stato un passaggio che qui non avrebbe avuto spazio. Io non ho mai rinnegato nulla di ciò che ho fatto nella mia carriera".

Forse, come aveva anticipato tempo fa, ha smesso di fare le cose per gli altri. Ora pensa solo a se stesso?

"Sì, e questo disco è così. Puro, genuino".

In che modo?

"Do molta importanza alla musica e per questo è un disco 'minimal', fatto per tutti, per la gente".

Lo sguardo è però rivolto al passato. Perché?

"Ho avuto esperienze di quartiere, ma non è mai stato al centro della mia musica perché ho sempre dato spazio alla positività, alle cose belle che fanno stare bene. Good vibrations, perché è così che mi sentivo. Ma un artista deve cambiare nella sua carriera".

E lei è cambiato?

"Sì, come tutti. Mi guardo indietro per guardare avanti, ho ritrovato delle cose da dire che fa parte di una mia nuova identità da artista. E non potevo farlo rimarcando sempre le stesse cose, facendo la copia della copia di me stesso".

Vuol dire che ha un nuovo interlocutore?

"Esattamente, con questo disco voglio parlare ai miei coetanei, ai 30enni di oggi. 'Quanto sei bella', 'Clic' fanno parte del mio passato, sono leggeri, hanno funzionato e sono lì. Arrivano a una massa ma io non posso dare sempre e solo materiale così. Io voglio andare in giro a testa alta ed essere un artista sincero.

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