Il 31 ottobre di 80 anni fa la famiglia dei Sardo arrivava ad Arborea, all'epoca Mussolinia.

Un viaggio che da Longara, nel Vicentino, ha portato in Sardegna Antonio Bortolo e sua moglie Maria Luigia Barbieri insieme ai loro figli - Giovanni, Emilio e Augusto - con rispettive famiglie, 23 persone in tutto.

Giovanni Sardo e Maria Luigia Barbieri (foto L'Unione Sarda)
Giovanni Sardo e Maria Luigia Barbieri (foto L'Unione Sarda)
Giovanni Sardo e Maria Luigia Barbieri (foto L'Unione Sarda)

I mezzadri avevano deciso di lasciare la loro casa per raggiungere una situazione economica migliore: "La fattoria che conducevano a mezzadria nel Veneto era troppo piccola. Non garantiva più la sussistenza a una famiglia che invece era diventata molto numerosa", spiega Gianni Sardo, uno dei discendenti.

Prima, quindi, la nave fino a Olbia, poi il treno fino a Marrubiu e infine il carretto che li ha portati al terreno assegnato dalla Società bonifiche sarde.

Da sinistra: Isetta, il vescovo Morfino ed Emidio (foto L'Unione Sarda)
Da sinistra: Isetta, il vescovo Morfino ed Emidio (foto L'Unione Sarda)
Da sinistra: Isetta, il vescovo Morfino ed Emidio (foto L'Unione Sarda)

Oggi i discendenti sono 140, cinque generazioni, e tra loro c'è anche il vescovo di Alghero, monsignor Mauro Maria Morfino (figlio di Gemma Sardo). Molti negli anni Sessanta hanno poi lasciato la Sardegna per raggiungere il Piemonte, negli anni del boom economico, ma ad Arborea è rimasto Giovanni, tra i fondatori della Assegnatari Eftas e padre di Gianni che presiede la Cooperativa produttori.

Da sinistra: Carlo, Beppi e Concetta (foto L'Unione Sarda)
Da sinistra: Carlo, Beppi e Concetta (foto L'Unione Sarda)
Da sinistra: Carlo, Beppi e Concetta (foto L'Unione Sarda)
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