Era tutto organizzato: aveva preso le ferie con largo anticipo, si stava preparando a trascorrere un po' di tempo con i fratelli a Bishop's Stortford, la cittadina inglese a 40 minuti da Londra in cui vive ormai da un anno, quando le due famigerate parole hanno mandato in aria ogni piano. Lockdown e coronavirus.

Viaggio rimandato per il fratello e le due sorelle, pronti a partire da Villacidro, ma soprattutto incognite per il futuro lavorativo.

Sì perché Giulia Saba, 28 anni, di lavoro fa l'assistente di volo Ryanair: "Quando sono andata in ferie non avrei mai immaginato che non sarei più salita su un aereo per settimane", racconta a Unionesarda.it.

Cosa le hanno detto da Ryanair?

"Dicono che riprenderemo a volare a giugno. Ma non si sa, è un'incognita".

Nel frattempo venite pagati regolarmente?

"Teoricamente sì. Io nello specifico ho un contratto con un'agenzia che mi ha assunto per conto di Ryanair, stanno lavorando per garantire gli stipendi e a fine aprile la situazione dovrebbe essere risolta. Ma ovviamente sono preoccupata...".

A marzo com'è andata?

"A marzo, come sempre, sono stata retribuita per il lavoro di febbraio, quando la situazione era ancora più o meno sotto controllo. Quel mese non ho volato molto, e poiché noi oltre a un fisso veniamo pagati anche in base alle ore di volo, sono riuscita appena a pagare l'affitto. A marzo ho volato una settimana, quindi la vedo dura".

Come trascorre le giornate?

"Mi sveglio, faccio colazione, un po' di esercizi fisici se ne ho voglia, disegno, leggo. Insomma, cerco di tenermi impegnata ma non è facile. Per fortuna vivo con il mio fidanzato, spagnolo. Ma mi mancano gli amici, le serate in giro. Poi qui non è il posto più bello del mondo...".

In che senso?

"Il tempo è spesso umido e uggioso. Anche se paradossalmente in questi giorni stiamo vedendo giornate meravigliose (chiusi in casa). Prima pioveva sempre, adesso sempre il sole!".

Gli inglesi rispettano le regole del lockdown?

"Rispetto alle foto che vedo dall'Italia c'è più gente in giro, perché qui è consentito uscire per fare passeggiate. Io personalmente esco solo per fare la spesa. Le code sono infinite perché qui la distanza di sicurezza è di due metri".

Mascherine?

"Non tutti le usano, qui non è obbligatorio. Ma in generale non se ne trovano facilmente. Io stessa devo ancora attrezzarmi, proverò ordinandole da Internet".

Dal punto di vista sanitario lei, italiana all'estero, è coperta?

"Sì, qui basta registrarsi al Nhs (il National Health System), che funziona come le Asl. E' tutto pagato con le tasse detratte automaticamente dallo stipendio, quindi sotto quel punto di vista sono tranquilla. Qui sono stata già ricoverata per altri problemi, ed è andato tutto bene. Anzi, ho avuto un'ottima esperienza con il sistema sanitario inglese. Migliore di quello italiano".

Come ha preso il ricovero di Boris Johnson?

"Ovviamente è una cosa che non si augura a nessuno, ma ora che sta meglio posso dirlo: un po' se lo è meritato. Comunque sono contenta che sia fuori pericolo".

Le manca casa?

"Da una abituata a tornare ogni due mesi, sì, tantissimo. Spero di rientrare a giugno, almeno per qualche giorno".
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