Nel museo etnografico di Amburgo ha trovato un piccolo tesoro: sessanta scatti del fotografo nuorese Sebastiano Guiso che raccontano volti e scorci di un borgo non ancora città nel 1931. Giovanni Masala, nuorese, da trent'anni in Germania, dove insegna lingua italiana e sarda all'università di Stoccarda, ha portato alla luce una collezione preziosa, fresca di stampa. Ha curato lui stesso la pubblicazione anche perché in Germania ha una casa editrice che sforna libri con testo bilingue - tedesco e italiano - sulla Sardegna. L'ultimo consacra quel tesoro d'immagini ritrovato ad Amburgo, particolarmente prezioso perché Guiso, prima di morire nel 1955, distrusse tutto il suo archivio fotografico ricco di ben 10 mila immagini. Per caso si sono salvate quelle sessanta custodite ad Amburgo.

Tutto merito di Julius Konietzko, etnologo di fama mondiale e collezionista di arte esotica che nel 1931 sbarcò in Sardegna, assieme alla moglie, su incarico del Museum fur Volkerfunde di Amburgo.

«Era venuto ad acquistare oggetti di interesse etnografico, come "is fassonis", il carro e altro. Ne approfittò per fotografare paesaggi, architettura rurale, oggetti della cultura materiale e persone in costume tradizionale», spiega Giovanni Masala. Fece tappe a Cagliari, Sant'Antioco, Oristano, Cabras, Santa Giusta e Milis. Poi Nuoro e Dorgali, dove arrivò accompagnato da Federico Faraone, antiquario poliglotta di Oristano. In città l'incontro con Sebastiano Guiso da cui acquistò sessanta foto. Per quasi un secolo sono rimaste dentro i cassetti del museo di Amburgo, inviolate.

Giovanni Masala, andato in Germania ad apprendere la lingua e rimasto lì a collaborare con l'università di Stoccarda, è riuscito a dare nuova vita a quelle immagini perdute con una pubblicazione importante che raccoglie cento foto realizzate da Konietzko e le sessanta di Guiso, belle e d'impatto tanto da far emergere lo spessore professionale della sua maestria fotografica. «Hanno un alto valore documentale perché indirettamente sono state salvate da Konietzko. Alcune sono state scattate il 3 maggio del 1929 quando il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena visitarono Nuoro. In quell'occasione si riversarono a Nuoro tante persone vestite a festa. La qualità tecnica di queste foto è migliore di quelle realizzate da Konietzko dove emerge tuttavia una maggiore spontaneità, tipica di un fotografo non professionista, estremamente significative dal punto di vista etnografico», sottolinea Giovanni Masala scorrendo, durante una breve visita a Nuoro nei giorni scorsi, le pagine del suo libro.

Non c'è solo la Nuoro del passato con i suoi contadini, gli uomini e le donne d'ogni età negli abiti tradizionali. Ma si ritrovano scorci di Dorgali, Macomer, Lodè, Oliena, Mamoiada, Atzara, Bitti, Posada, Sorgono, Ollolai, Ovodda, Aritzo. Un viaggio nella memoria sempre sorprendente.

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