«Un giorno non mi dispiacerebbe tornare in Italia, per ora resterò in giro per il mondo ancora un po', magari ancora in Medio Oriente». Ha le idee chiare Federico Maccioni, 24 anni e nuorese doc, oggi giornalista in Israele, dove scrive per il portale online Times of Israel, fra i più importanti del Paese. Dopo il diploma al liceo classico Asproni, Maccioni ha continuato i suoi studi all'Università Cattolica di Milano dove ha preso la laurea triennale in relazioni internazionali studiando anche la lingua araba.

Gli studi

Durante sei mesi all'estero alla School of Journalism of Missouri, ha scoperto la passione per il mondo del giornalismo. «Lì ho capito che è il lavoro dei miei sogni - racconta Maccioni - essere a contatto con le persone, aprirmi al dialogo con la gente, conoscere e far conoscere: è questo ciò che voglio fare nella vita». Dopo la specializzazione al King's College di Londra, arriva l'opportunità del Times da Gerusalemme. Un posto non certo semplice dove vivere. Dopo un periodo di ambientamento, le cose migliorano. «Inizialmente resti impressionato vedendo le guardie armate ai supermercati o sui bus, ma sai che è per la tua sicurezza. Anche le scritte in ebraico (completamente diverso dall'arabo) non aiutano uno straniero. Ma Gerusalemme, luogo multiculturale dove convergono i fedeli delle tre religioni monoteiste, ha un fascino incredibile da cui difficilmente si resta indifferenti».

Le radici

«La Sardegna - dice - è unica nel suo genere, dal punto di vista territoriale che delle tradizioni. Mi piacerebbe che fosse meno chiusa nei confronti delle altre culture». Impossibile non provare un po' di nostalgia: «Ovvio che mi manca Nuoro, lì vive la mia famiglia, ho ancora tanti amici. Forse il fatto di vivere fuori e rientrare soltanto qualche giorno appena c'è la possibilità, mi fa amare ancora di più la mia terra». Perché i giovani continuano a spendere le proprie competenze fuori dall'Italia? «In Missouri - dice - ragazzi di 19 anni conducono programmi televisivi, in Italia è impossibile. Ma il guaio sta nella maniera in cui viene impostata la vita dei giovani: ci insegnano a seguire un percorso definito di studi e di vita senza permetterci mai di sbagliare e, soprattutto, di viaggiare. Ci tolgono il tempo. All'estero prima viaggi, poi decidi cosa fare della tua vita e, soprattutto, dove farlo».

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