C'è chi emigra per necessità, chi per amore e chi per scappare da qualcosa.

È il caso di Carlo Murgia, originario di Chiaramonti, emigrato dalla Sardegna nei primissimi anni '70 per evitare il servizio di leva e approdato prima a Torino e poi in Belgio, dove si è subito inserito e ha conosciuto la moglie - anche lei sarda - e si è costruito una nuova vita.

A differenza di tanti altri conterranei emigrati in Belgio, Carlo Murgia non è finito in miniera, anche perché la grande stagione dei minatori stava allora giungendo all'epilogo.

Tornitore e poi impresario edile, ha avuto la possibilità di rientrare sull'Isola nei primi anni '80, grazie a un progetto edilizio approvato dalle istituzioni sarde, ma poi bloccato da un disguido, che ha deciso il destino di Carlo Murgia, facendolo rimanere per sempre in Belgio.

Dal suo racconto emerge la realtà difficile vissuta dagli emigrati, sardi e non solo, in un Paese che fin dal dopoguerra è stata tra le mete predilette dei grandi flussi migratori. Una realtà fatta spesso di diffidenza e pregiudizi, addolcita dalla presenza dei Circoli sardi, che sono stati e ancora restano un punto di riferimento per tutti i nuovi arrivati, nella ricerca del lavoro, della casa, nelle questioni burocratiche, ma soprattutto nell'allontanare la solitudine e la nostalgia di casa.

Oggi Carlo Murgia è un pensionato e riesce a tornare nella 'sua' Chiaramonti più volte l'anno, orgoglioso del proprio percorso e soprattutto di aver saputo trasmettere a figli e nipoti l'identità sarda, nonostante la lontananza.

INTERVISTA (prima parte VIDEOLINA)

INTERVISTA (seconda parte VIDEOLINA)

Dalla serie "Fuori Sede" 2018, Videolina

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