Quindici milioni di euro per il superamento dei limiti imposti dalla condizione di insularità: questa la principale novità per la Sardegna dettata dal decreto “Milleproroghe”, ora alla Camera per l'avvio dell'iter parlamentare, previsto per mercoledì prossimo. Un pacchetto che soddisfa solo in parte i parlamentari sardi che hanno individuato un obiettivo comune: i soldi saranno utili a gestire le questioni più urgenti (trasporti, turismo, energia), ma sarà solo il primo passo per affrontare un problema più grande e di natura strutturale.

I commenti

Questa la posizione di Romina Mura, deputata del Pd: "L'impegno del governo Conte è meritorio", ma lo sviluppo e la competitività della Sardegna "non possono dipendere dalla sensibilità del governo di turno". Serve, invece, "la definizione di un sistema di regole certe per la ripartizione delle risorse ordinarie, di quelle aggiuntive connesse allo svantaggio insulare" e di quelle "risarcitorie, che non sono state trasferite negli scorsi anni". Posizione simile quella del Movimento 5 Stelle: "I fondi vanno sempre bene" secondo il senatore Gianni Marilotti, "ma sono pochi. La Sardegna non sta chiedendo un'elemosina ma la possibilità di competere alla pari con le imprese europee". Per Emiliano Fenu, collega di Marilotti a palazzo Madama, la misura è solo l'inizio di un percorso ma "rappresenta un segno evidente dell'attenzione che questo governo intende mostrare nei confronti della nostra isola". Secondo la senatrice della Lega Lina Lunesu i soldi vanno investiti per potenziare i trasporti, ma prioritaria è anche la sanità perché il sistema sanitario sardo risulta "un po' indietro": bene le norme del Milleproroghe quindi, ma bisogna portare avanti i progetti frutto dell'accordo del 7 novembre 2019 tra governo e Regione, occupandosi anche delle convenzioni di trasporto in scadenza. Più severo l'ex presidente della Regione e deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, per il quale questi 15 milioni hanno "il sapore della beffa" per la loro "oggettiva esiguità". Ad avviso dell'ex governatore, in materia di continuità territoriale il governo "non ha sostenuto la battaglia sarda a Bruxelles per far valere il principio per cui le agevolazioni si possono introdurre se essenziali per lo sviluppo economico della regione"; inadeguato sulla questione trasporti via mare perché "la scadenza della convenzione con Tirrenia non era certo un fatto imprevedibile".

Avanti con il comitato

La battaglia dell'insularità, come è noto, ha dato vita, a ottobre 2018, a un disegno di legge costituzionale per il “riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità”. L'esame del testo in commissione Affari costituzionali del Senato non è ancora iniziato ma i sardi a palazzo Madama stanno facendo pressione sul presidente del gruppo di lavoro, Stefano Borghesi (Lega), affinché l'esame del testo sia calendarizzato al più presto. "A noi non sembra", spiega la presidente del Comitato scientifico regionale sull'insularità, Maria Antonietta Mongiu, "che la Costituzione agisca allo stesso modo per tutti i cittadini se non siamo nelle medesime condizioni di spostarci o curarci adeguatamente. Siamo in una situazione feudale".

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