"In questi giorni, da parte di alcuni esponenti dell'opposizione, si è sentito di tutto sulle conseguenze di una revisione del trattato MES". Lo ha detto mercoledì in Aula a palazzo Madama il senatore sardo 5 Stelle
Emiliano Fenu, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del Consiglio europeo in corso giovedì e venerdì. "Si parla di prelievi nottetempo sui conti correnti degli italiani; si paventa nuovamente l'uscita dall'euro; si dice che l'argomento non deve essere tabù - ha continuato - ma non è una questione di tabù, è una questione pratica, l'uscita dall'euro non è una soluzione". Sebbene ci siano "aspetti da approfondire", la revisione del Meccanismo europeo di stabilità (che ha il compito di aiutare gli Stati dall'eurozona qualora questi si trovino in difficoltà finanziarie), "si condivida o meno l'impianto del meccanismo, non cambia di molto la sostanza del testo originario", ha spiegato Fenu. Che si è schierato tra i senatori pentastellati che hanno votato sì alla risoluzione unitaria di maggioranza relativa alla posizione che l'Italia dovrà assumere in Consiglio. Quattro esponenti del Movimento 5 stelle hanno invece votato contro e uno di loro, Ugo Grassi, in seguito al voto ha addirittura deciso di passare al gruppo Lega. La risoluzione, approvata ieri sera dall'Assemblea del Senato - un atto omologo era stato approvato in mattinata alla Camera senza scossoni alla maggioranza - contiene, tra i vari impegni per il governo, quello ad escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte delle banche: dà quindi mandato all'esecutivo a proseguire con i negoziati in sede europea sulla riforma del Mes secondo questa linea guida. "Non dobbiamo certo assecondare quegli esponenti dell'opposizione che parlano del MES a volte un po' inconsapevolmente", ha provocato Fenu, tra le proteste dei banchi della Lega. Anche il presidente della commissione Politiche UE del Senato Ettore Licheri, sempre sardo e sempre del Movimento, si è schierato a favore del mandato al governo a procedere con la riforma del Mes: "Mi dico e le chiedo, presidente Conte", ha detto ieri in Aula in aperta polemica con la Lega, ex partner di maggioranza: "Eravamo solo noi del Movimento 5 Stelle, nella risoluzione del 19 giugno scorso, discussa proprio in quest'Aula, a impegnare il governo, e cito testualmente, 'a promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta del pacchetto di approfondimento dell'Unione economica e monetaria, in cui rientra la riforma del trattato sul MES?' Noi avevamo stipulato un contratto nel giugno 2018", ha affermato Licheri puntando il dito contro il leader leghista e senatore Matteo Salvini. Nessuno sconto, quindi, da parte di Fenu e Licheri, agli ex alleati di governo, accusati dal presidente della XIV di essere "scappati questa estate perché c'erano da trovare 23 miliardi di euro per cercare di scongiurare la stangata dell'IVA agli italiani".
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